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Questo articolo č stato pubblicato il 17 novembre 2010 alle ore 18:55.
Trasferire l'Antitrsut a Milano costa troppo. Ben 70 milioni di euro, sottolinea il presidente dell'Authority, Antonio Catricalą, durante un'audizione in commissione Affari costituzionali della Camera, dove č all'esame la proposta di legge della Lega Nord, primo firmatario Marco Reguzzoni, che punta a trasferire nel capoluogo lombardo le sedi di Consob e Antitrust. Cinquecentomila euro, per il solo trasloco dei beni materiali e strumentali e una maggior spesa di 130mila "una tantum" a dipendente (+circa 26mila euro l'anno, per 5 anni), che moltiplicati per le 262 unitą di personale attualmente in servizio presso l'Antitrust, farebbero salire l'esborso a circa 68 milioni.
In pił, ci sono da aggiungere 1,2 milioni per la ricerca e la sistemazione nel nuovo immobile a Milano e circa 600mila euro di penali per la disdetta anticipata dell'attuale contratto di locazione. Catricalą ha ricordato che il progetto di aprire una sede operativa nel capoluogo lombardo non é stato portato a termine, nonostante il basso costo, per i tagli previsti con la Finanziaria 2010 ai finanziamenti per l'Authority. «Un mutamento del sistema di finanziamento - ha sottolineato Catricalą - consentirebbe all'Istituto di riprendere il progetto originario e di potenziarlo, con vantaggio per l'attivitą dell'Antitrust che é un'amministrazione di entrata e se ci fosse un aumento di organico la spesa potrebbe essere adeguatamente compensata dai risultati sanzionatori delle pił numerose istruttorie che saremmo in grado di aprire e concludere».
Fra i problemi "quotidiani" che il trasferimento dell'Antitrust a Milano comporterebbe, Catricalą ha citato il previsto intensificarsi dei confronti con il legislatore per la predisposizione delle leggi annuali sulla concorrenza. Oltre poi ai frequenti confronti con il Parlamento, il presidente dell'Antitrust ha ricordato le competenze in materia di conflitto di interessi che riguardano i componenti del Governo, i «numerosi tavoli, progetti comuni e forme di collaborazione» con ministeri e altre istituzioni con sede nella capitale e la collaborazione «assai frequente» con il ministero dello Sviluppo economico. Catricalą ha quindi ricordato il «coordinamento stretto» previsto dalla legge con Banca d'Italia, Consob, Isvap e Covip e i problemi che si avrebbero sulle attivitą investigative, incentrate su un nucleo organizzato dalla Guardia di finanza.