Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 21 settembre 2010 alle ore 19:53.
La Consob e l'Antitrust a Milano? La proposta di legge firmata dal capogruppo della Lega a Montecitorio Marco Reguzzoni raccoglie alcuni consensi e qualche critica.
«L'ho visto l'altra sera, gliel'ho spiegato» dice Bruno Tabacci (Api) «a Milano la Consob c'è già e a Milano si tiene l'assemblea più importante. Adesso cosa significa questa proposta di legge? Che non ci devono più essere gli uffici a Roma? Queste decisioni che poggiano solo su basi territoriali non hanno senso». E sull'Antitrust? «Deve stare in Europa, ormai dobbiamo ragionare sui mercati continentali». Insomma «battaglie di piccolo cabotaggio» dice Tabacci. Che precisa: «Stimo Reguzzoni, ma non mi metto in fila dietro la scuola di Adro».
Di ritorno da Tripoli a Giorgio Squinzi, presidente di Federchimica non importa molto che la Consob sia a Roma o Milano, «sarebbe meglio piuttosto che cominciasse a fare il suo dovere, perché è stata latitante e inefficiente rispetto ai bisogni reali di garantire la trasparenza del mercato». Anche l'Antitrust, sottolinea Squinzi «ha ampi spazi di miglioramento. Certo, stando a Milano sarebbe più vicina al mondo della Borsa e ai veri centri del business e forse in termini di operatività potrebbero anche guadagnarci». Ma il problema resta quello «dell'efficienza perché Consob ha dato performaces scadenti in questi anni. Probabilmente essendo più vicina ai centri operativi potrebbe migliorare». Le contrapposizioni tra Nord e Sud? «Sarebbe il caso di cominciare a pensare in termini di contraddizione tra inefficienza e efficienza, fondamentale in questi tempi di crisi».
La proposta della Lega non convince Filippo Penati, responsabile della segretria politica di Pier Luigi Bersani.«Mi pare solo propagandistica. Perché a Milano hanno scippato l'agenzia per l'innovazione che è stata portata a Roma? Dove sono i fatti?» Oltretutto, dice Penati «questa sulla Consob è una vecchia proposta per Milano, anche se, essendoci la Borsa può avere senso spostare il suo organo di controllo». Ma per l'Antistust «non c'è un'esigenza di efficienza che giustifichi il trasferimento. E poi attenzione a non creare doppioni». L'ex presidente di Palazzo Isimbardi vede nella proposta una logica di contrapposizione Nord-Sud. «Così si agita la bandiera nel nordismo, mentre è importante fare la cosa più utile. Razionalmente sarebbe una soluzione di efficienza portare Consob a Milano, ma senza contrapposizione tra settentrione e meridione».