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Fini: il momento è grave, Berlusconi sia responsabile e rispetti agenda di governo

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Questo articolo è stato pubblicato il 18 novembre 2010 alle ore 18:05.

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Il momento è grave, Silvio Berlusconi sia responsabile. È l'appello lanciato dal presidente della Camera, Gianfranco Fini, nel videomessaggio diffuso prima sul sito di Futuro e libertà (guarda il video integrale) e poi su tutti gli altri tasselli del network finiano (da Generazione Italia al sito web del Secolo d'Italia, l'ex organo di informazione della vecchia Alleanza nazionale). «Nel grave momento che stiamo attraversando serve la massima responsabilità, in primis da parte di chi ha avuto l'onore e l'onere di governare e deve onorare quell'impegno attraverso un'agenda di governo. Vedremo nei prossimi giorni cosa accadrà».

Non un aut aut ma una sorta di invito a scoprire le carte. Che per il Pdl suona come un indietreggiamento rispetto al discorso fatto a Bastia Umbria, dove Fini aveva chiesto le dimissioni del premier, e che sembra sottintendere forse una timida apertura a un Berlusconi-bis. E Fini torna poi più tardi sulle sue parole per chiarirne il senso. «Tutti - precisa - come ha detto anche il presidente del Consiglio, hanno il dovere della massima responsabilità. Vale ovviamente per Futuro e Libertà, ma in primo luogo vale per il premier, per quel che farà fino al 13 dicembre e per quel che dirà in Parlamento in quella occasione». Dal premier nessuna replica, ma ai suoi fedelissimi il Cavaliere continua a ribadire la linea già espressa nei giorni scorsi: si va avanti finché il governo avrà la maggioranza, senza la fiducia l'unica via resta quella del voto anticipato. Quanto al messaggio di Fini, il premier continua a non fidarsi dell'ex alleato ed è deciso a mettere alla prova in Parlamento l'ex leader di An e la sua pattuglia.

Il sostegno raccolto da Futuro e libertà. L'ex leader di An ha esordito ringraziando quanti «si collegano quotidianamente al sito di Futuro e libertà» e che sono stati anche «il motore della bella manifestazione, il momento di nascita ufficiale di Futuro e Libertà, che si è svolta dieci giorni fa a Bastia Umbra e che mostra come si possa ancora credere a una politica fatta con la passione e con la partecipazione diretta dei cittadini».

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Il videomessaggio di Fini

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La mission lanciata a Bastia Umbria. L'ex leader di An ha quindi ricordato come Perugia abbia rappresentato «il momento fondativo» di una nuova forza politica di centrodestra. Una forza, ha ricordato Fini, che coltiva «una certa idea dell'Italia. Futuro e libertà ha valori di riferimento ben precisi come quelli del popolarismo europeo, nel perimetro culturale della destra». Una destra, il cui identikit, ricorda ancora il leader di Fli, «è stato da me declinato in quella fortunata trasmissione (il riferimento è alla sua partecipazione a Vieni via con me, ndr) che ha avuto un elevatissimo indice di ascolto e che mi ha messo a confronto con uno dei leader della sinistra (Pierluigi Bersani, ndr)». Una destra che «crede nello Stato inteso non solo come apparato ma come garante dei diritti dei cittadini». Uno Stato, ha aggiunto Fini, «da intendere, secondo quanto diceva Ernest Renan, come un plebiscito quotidiano che si rinnova ogni giorno in modo che i cittadini si sentano ogni giorno membri di una comunità nazionale, figli di un comune destino, di quell'idea di patria che è da sempre uno dei capisaldi della destra».

L'appello alla responsabilità. Quindi Fini ha rimarcato come a Perugia sia emersa una certa Italia fatta «di responsabilià, di senso del dovere, di senso civico in cui le istituzioni devono essere il buon esempio». E si sia delineata «la nostra ferma convinzione della necessità di garantire la libertà di ognuno attraverso il pieno rispetto della legalità». C'è quindi una destra che «guarda al futuro» e, aggiunge Fini, «da parte nostra si deve continuare di buona lena, ci si deve meglio organizzare, si deve far comprendere che a Perugia c'erano diverse migliaia di cittadini a loro spese e questa è una novità perché negli ultimi tempi la politica si era ridotta a uno stanco rito più o meno artificiale».

L'obiettivo delle centomila firme. Il leader di Fli ha poi sottolineato l'ambizione che anima la sua formazione e ha lanciato un obiettivo non da poco da raggiungere da qui a metà gennaio quando a Milano si celebrerà il congresso fondativo del partito: «100mila firme in calce al manifesto dei valori presentato a Perugia». Il presidente della Camera ha quindi ricordato che Futuro e libertà non «sarà un partito vecchio stampo ma un movimento d'opinione organizzato». Un partito leggero, quindi, come più volte sottolineato nelle scorse settimane dai suoi maggiorenti. Per questo, ha aggiunto Fini, «rivolgo un invito a firmare quel manifesto e a moltiplicare le iniziative in periferia perché dobbiamo stendere una rete organizzativa». Quindi l'appello a «non abbassare la guardia», ma a «lavorare con ancora maggior convinzione, perché quel disegno ambizioso è un disegno a portata di mano, perché sono tanti coloro che capiscono che è arrivato il momento, per mille ragioni, di cambiare passo, di innestare una marcia più alta nel cammino di rinnovamento del nostro paese. E da questo punto di vista Futuro e libertà non è soltanto una bella novità ma anche una solida garanzia».

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