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Questo articolo è stato pubblicato il 19 novembre 2010 alle ore 09:57.
"Benvenuti in casa Gori": è il titolo di un film (neanche a farlo apposta, ambientato in Toscana), ma potrebbe anche essere lo slogan di questo Italia-Australia, che si gioca domani a Firenze. Il gioco di parole si rifà alla formazione annunciata dal ct Nick Mallett: dopo l'esordio di Verona con l'Argentina (partita tristemente persa 22-16), Tommaso Benvenuti viene confermato all'ala e questa volta c'è il debutto di un altro ventenne: tocca a Edoardo Gori, mediano di mischia del Benetton Treviso ma originario di Prato, che quindi si trova a giocare "quasi" in casa.
Fin qui le battute, ma in campo ci sarà poco da scherzare. Al Franchi arriva un'Australia che ci ha sempre battuto nei 14 precedenti fra le due squadre e cerca a sua volta rivincite dopo una doppia sconfitta che fa male: prima il 35-18 di sabato scorso a Twickenham con l'Inghilterra, poi il 15-6 subìto nel match infrasettimanale in casa della selezione irlandese del Munster. Sul sito della federazione australiana si dice che l'aria del capoluogo toscano potrebbe favorire il Rinascimento dei Wallabies, che hanno appena lasciato al Sudafrica il secondo posto nel rugby mondiale e ora sono terzi, mentre l'Italia è sempre dodicesima.
Quella di Gori - che , caso quantomeno curioso, quest'anno con il Benetton non ha ancora giocato - è la novità in assoluto. Il mediano di mischia subentra a Tito Tebaldi, che paga la prova insufficiente contro i Pumas e viene dirottato nella Nazionale A, e sorpassa Canavosio, che parte nuovamente dalla panchina. Ma in mediana cambia anche l'apertura, con Orquera al posto dell'infortunato Gower. E quattro ulteriori variazioni riguardano altri settori: Sgarbi primo centro al posto di Masi, Derbyshire subito in campo al posto di Barbieri in terza linea, Ongaro tallonatore al posto di Ghiraldini (alle prese con un infortunio) e Lo Cicero che torna pilone sinistro titolare rilevando Perugini e raggiungendo l'ottantesima presenza in azzurro.
Le speranze di vittoria sono oggettivamente minime: quello che si può chiedere alla squadra è un'inversione di tendenza sul piano del gioco e della lucidità. Certo, la tattica da adottare contro l'Australia - che vanta un gioco aperto sempre brillante e continua invece ad avere difficoltà in prima linea - dovrebbe essere piuttosto "conservativa", ma servono ritmi alti, freddezza e capacità di sfruttare le occasioni senza cadere in errori banali.