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Questo articolo è stato pubblicato il 22 novembre 2010 alle ore 09:30.
Il ministro della Giustizia giapponese Minoru Yanagida si è dimesso per aver scherzato sulla facilità del suo incarico di governo. Il 14 novembre scorso, Yanagida aveva dichiarato che come ministro doveva solo ricordare due frasi «neutre»per rispondere alle domande dei parlamentari: «Non commento su casi specifici» e «stiamo affrontando la questione in modo appropriato, in base alla legge e ai fatti».
La gaffe ha scatenato la dura reazione dei parlamentari, che hanno subito chiesto le sue dimissioni. «È colpa mia, ho rilasciato queste dichiarazioni imprudenti e scherzose, e me ne rammarico profondamente», ha detto Yanagida nella conferenza stampa in cui ha annunciato che lasciava l'incarico. Ed è stato il premier Naoto Kan, preoccupato per il delicato passaggio parlamentare del pacchetto di stimoli economici varato dal governo, da 60 miliardi di dollari, a suggerire le sue dimissioni per il bene del paese. L'opposizione aveva infatti minacciato di boicottare i lavori.
Ora il governo è più debole. L'addio di Yanagida rischia di erodere ulteriormente il consenso al governo guidato dal primo ministro Kan, (gli ultimi sondaggi assegnano un sostegno degli elettori inferiore al 30%) già sotto accusa per la sua presunta debolezza nelle recenti controversie diplomatiche con Cina e Russia.
Venti di guerra in Asia. Intanto continua la schermaglia diplomatica tra la Corea del Nord e il Giappone.Il portavoce del governo giapponese Yoshito Sengoku ha dichiarato che Il nuovo impianto per l'arricchimento dell'uranio costruito in Corea del Nord è «completamente inaccettabile dal punto di vista della sicurezza del Giappone e della pace e della stabilità nella regione».
Il portavoce ha reagito in modo duro alla notizia rivelata da da uno scienziato americano che ha avuto modo di visitare la nuova struttura. Da parte sua l'inviato speciale Usa per la Corea del Nord, Stephen Bosworth, ha spiegato invece che il nuovo impianto nordcoreano rappresenta un fatto molto spiacevole ma «non è motivo di crisi, poiché ne eravamo a conoscenza da qualche tempo».