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Questo articolo è stato pubblicato il 23 novembre 2010 alle ore 14:26.
«Sono certo che la Federcalcio interverrà con grande determinazione. Sono fenomeni difficili da arginare, ma sono sicuro che lo sport italiano saprà reagire». È passata una settimana, ma l'ululato e gli striscioni degli Ultrà Italia, della grottesca serata di calcio di Klagenfurt per Italia - Romania, delle offese ripetute a Mario Balotelli non si sono ancora spente. E allora Gianni Petrucci, presidente del Comitato Olimpico Italiano, numero uno dello sport nazionale, scende in campo e prova a indicare la strada da seguire. Il primo passo di una chiacchierata, a quattr'occhi e a tutto campo, che da Klagenfurt arriva a Roma 2020, attraverso il rapporto tra sport e scuola, Londra 2012, la tessera del tifoso, la crescita dello sport azzurro al femminile.
Presidente, in molti mettono in relazione i fenomeni di violenza e razzismo nelle nostre curve con impianti ormai inadeguati per le grandi manifestazioni sportive. Un legame che regge, secondo lei?
«No. Pesa molto di più il fattore culturale. Quello che accade a Balotelli, i cori contro di lui, sono becerume, mentalità sbagliata, gente che usa lo sport per avere visibilità, per farsi notare. La soluzione non è negli impianti: quelli che abbiamo sono gli stessi stadi che ci hanno visto campioni del mondo, o che fanno registrare record d'incassi. E, numeri alla mano, gli incidenti più gravi e pericolosi accadono fuori dagli impianti, non dentro. Il problema è più ampio e complesso»
Forse sarebbe utile avere un dialogo più costruttivo con i club. Basti vedere il braccio di ferro che c'è stato sull'introduzione della tessera del tifoso…
«Ma i club più maturi hanno sempre dialogato con le istituzioni, e con i propri tifosi. La tessera del tifoso è uno strumento che abbiamo condiviso con il ministro dell'Interno e il capo della Polizia. Chi non l'accetta non verrà allo stadio? Pazienza, sapremo farne a meno»
In fondo la risposta più efficace l'ha data lo stesso Balotelli, ricordando a tutti che l'Italia multietnica già esiste, soprattutto nello sport nazionale….
«Ho molto apprezzato le sue dichiarazioni, prima e dopo la partita con la Romania, compresa questa che lei cita. Della multietnicità del nostro sport e della nostra società siamo sempre stati consapevoli: non a caso nel 2000 a Sidney scegliemmo il cestista Carlton Myers come portabandiera azzurro. Questo non è il momento di frasi a effetto o soluzioni spot. Bisogna lavorare in profondità per far attecchire una vera cultura sportiva nel nostro paese»