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Sui rifiuti competenze alla regione, prevale la posizione della Carfagna. Il decreto al Colle

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Questo articolo è stato pubblicato il 24 novembre 2010 alle ore 09:12.

Sarà il presidente della regione il dominus dell'intera gestione del piano per la realizzazione dei termovalorizzatori in Campania. Mentre nel caso di temporanea non autosufficienza nella raccolta e nello smaltimento in fase transitoria potrà chiedere l'intervento delle altre regioni. Lo prevede la versione finale del decreto legge varato giovedì scorso dal consiglio dei ministri e che, nel pomeriggio di ieri, è stato finalmente trasmesso al Quirinale.

Il testo messo a punto dai tecnici di palazzo Chigi in coordinamento con gli altri ministeri che hanno lavorato alla prima versione del Dl, sembra dunque recepire in pieno le richieste che erano state sollevate nei giorni scorsi dal ministro per le Pari opportunità, Mara Carfagna, che chiedeva un ruolo forte per Stefano Caldoro (la ministra ha infatti lasciato trapelare di potersi ritenere «soddifatta» se i contenuti del decreto saranno confermati). Il presidente, sentiti gli enti locali, individuerà i siti e i soggetti che si aggiudicheranno gli appalti. Non solo. Assumerà anche i poteri che erano stati attribuiti due anni fa a Guido Bertolaso per la gestione rifiuti nel periodo dell'emergenza. Per esercitare questi poteri Caldoro potrà avvalersi di commissari ad acta e disporre, senza oneri aggiuntivi per la regione, di tutti gli uffici competenti degli enti locali campani. La bozza del decreto, suscettibile di ulteriori ritocchi finali, proprio su questo punto in serata doveva ancora recepire l'assenso della regione.

Alle province, invece, è confermato fino alla fine del 2011, la possibilità di disporre dei poteri in deroga al testo unico sugli enti locali per assicurare «l'utile e ininterrotta attività di raccolta e recupero dei rifiuti» da parte delle amministrazioni comunali.

L'altra novità prevista nel decreto è il coinvolgimento delle altre regioni (ordinarie e a statuto speciale) per lo smaltimento dei rifiuti campani nel caso si verificasse «la non autosufficienza della Campania» prima del completamento e della messa in funzione dei termovalorizzatori. In particolare si prevede che, in caso di necessità, il governo promuova in via d'urgenza (e su richiesta del presidente campano) una riunione della conferenza unificata per definire un accordo regionale per lo smaltimento temporaneo dei rifiuti della regione «senza oneri aggiuntivi a carico della finanza pubblica». Un punto, questo, su cui già oggi i governatori diranno la loro in occasione dell'incontro fissato con il ministro per i Rapporti con le regioni, Raffaele Fitto.

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Per realizzare il piano che dovrà portare al ciclo integrato dei rifiuti in Campania ma, anche, per garantire la continuità di raccolta, spazzamento e trasporto dei rifiuti solidi urbani nonché l'incremento della loro raccolta differenziata, il decreto autorizza la regione a disporre di 150 milioni «a valere sulle risorse del Fondo aree sottoutilizzate per le quote regionali spettanti tra gli anni 2007 e 2013». Sempre pescando dal Fas, è stata aumentata da 47 a 141 milioni la dote annua per coprire le spese di compensazione ambientale e bonifica sostenute nel triennio 2008-2010.

Su queste misure di copertura, in serata, era ancora atteso il via libera definitivo del ministro Giulio Tremonti, che avrebbe dato il suo benestare anche alla proroga, fino al 31 dicembre 2011, degli ammortizzatori sociali in deroga per il personale in esubero del consorzio unico di bacino delle province di Napoli e di Caserta. Confermate, poi, le cancellazioni delle tre discariche di Cava Vitiello (Terzigno), Serre (Salerno) – località Valle della Masseria e Andretta (Avellino)– località Pero Spaccone (Formicoso). Mentre si stabilisce che i rifiuti trattati e con idonei livelli di biostabilizzazione, previa autorizzazione regionale, possano essere impiegati come materiale di ricomposizione ambientale per la copertura e risagomatura delle cave abbandonate e dismesse, ovvero come materiale di copertura giornaliera per gli impianti di discarica in esercizio. La provincia di Napoli, inoltre, assicurerà continuità di gestione per gli impianti di selezione e trattamento dei rifiuti che si trovano nei comuni di Giugliano e Tufino, e alla propria società di servizi saranno assicurate le relative tariffe.

Infine è prevista una stretta sulla raccolta differenziata da parte comuni che, secondo il piano varato due anni fa, dovrebbero garantire l'obiettivo del al 35% entro il 31 dicembre 2010 e al 50% entro il 31 dicembre 2011. Il prefetto potrà diffidare i sindaci inadempienti a mettersi in regola «entro il termine perentorio di sei mesi», dopodiché potrà attivare le procedure per la nomina di un commissario ad acta.

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