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Questo articolo è stato pubblicato il 26 novembre 2010 alle ore 13:19.
La banca del Sud è «un'idea che circola da anni ma che non è mai stata realizzata e che, se va bene, costituisce un passaggio importante per lo sviluppo del Sud»: a parlare è il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, durante la conferenza stampa al termine del Cdm che ha approvato il piano nazionale per il Sud. Tremonti ha ricordato che «l'economia del centro-nord è diversa da quella del sud» e, ha aggiunto: «non vogliamo assolutamente che l'Italia diventi un Paese diviso».
«La concentrazione di tutte le risorse per il piano Sud è di crescente rilevanza», ha proseguito Tremonti precisando però che «la questione non è di quantità capitali ma del loro utilizzo», le risorse verranno quindi utilizzate per grandi obiettivi di opere pubbliche e altri interventi. «Per quanto possibile - afferma Tremonti - dovrà trattarsi di una sostituzione dei finanziamenti a pioggia con incentivi fiscali».
Martedì, ha aggiunto poi il titolare del Tesoro, «ci sarà la richiesta di Poste per conto delle banche di credito cooperativo e popolari e noi pensiamo con il sostegno di Confcooperative e della Lega delle cooperative per l'acquisto di Mediocredito centrale». Se l'operazione va in porto si chiamerà banca del Mezzogiorno e «farà credito di garanzia, a medio-lungo termine, in collegamento con la Bei e sotto le banche collegate faranno credito a livello territoriale». Ci sarà poi, ha concluso il ministro, «una fiscalità di vantaggio sul risparmio: i capitali, ovunque raccolti, se servono per il Mezzogiorno avranno mezza aliquota» sulla quale calcolare la tassazione.