Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 30 novembre 2010 alle ore 11:01.
All'inizio del prossimo anno una delle principali banche americane sarà costretta a fare i conti con le rivelazioni e le «fughe di notizie» di Julian Assange. É lo stesso fondatore di Wikileaks a dirlo in un'intervista alla rivista Forbes.
«Quando? Quale banca? Quali documenti?»: Forbes pone la domanda ma Assange, riservato come sempre, su questo non si sbilancia. Eppure, aggiunge, finora l'uomo ha sempre dato seguito alla sue minacce e quindi c'è da prenderlo sul serio.
Nell'intervista, realizzata a Londra a novembre, prima dell'uscita delle ultime rivelazioni sulla diplomazia internazionale, Assange dice soltanto che si tratta di una delle «principali banche americane» e che le rivelazioni si concentreranno su quello che definisce «l'ecosistema della corruzione». Non solo casi abnormi, precisa, ma anche «il regolare processo decisionale» che finisce per «tollerare e sostenere tutta una serie di pratiche non etiche».
Parlando con Forbes, Assange ha detto di aver pronti decine di migliaia di documenti che potrebbero «far fallire una banca o due. E' un "megaleak"» ha detto il fondatore di Wikileaks, che verso la fine dell'ntervista si limita a citare Goldman Sachs, pur non confermando che sarà il target delle prossime rivelazioni. E Assange ha aggiunto che «circa il 50%» dei documenti in loro possesso riguarda il mondo corporate.
In serata le agenzie hanno rilanciato i contenuti di un'intervista rilasciata da Assange nel 2009 in cui aveva dichiarato che il suo gruppo era in possesso di un hard drive appartenente a un manager di Bank of America. Assange aveva allora parlato - in un'intervista al magazine Computerworld del 9 ottobre 2009 - di un hard drive da 5 gigabyte.