Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 02 dicembre 2010 alle ore 12:49.
Via libera della Camera al decreto sicurezza con 299 voti favorevoli (che includono anche il sì dei finiani «per senso di responsabilità), nove contrari e 159 astenuti. IL provvedimento passa ora all'esame del Senato. Dopo le fibrillazioni di ieri sul decreto, l'aula di Montecitorio ha pronunciato stamane un ok bipartisan alla riformulazione della norma sui cosidetti "sindaci sceriffì". In aula è andata anche in scena una protesta su un emendamento ritirato che dava più risorse alle forze dell'ordine. Soddisfatto del voto della Camera il ministro dell'Interno Roberto Maroni. «Restano ancora due nodi da sciogliere al Senato, dopodiché sarà perfetto». Uno dei nodi riguarda i soldi alle forze di polizia, l'altro la questione dei prefetti nell'ambito delle disposizioni per la funzionalità del Viminale sulle gestioni commissariali dei comuni. «Su entrambe le questioni - ha spiegato il ministro Maroni - ci sono alcuni problemi di copertura».
Fra le misure previste dal provvedimento arresto in flagranza fino al 30 giugno 2013 per chi commette reati durante manifestazioni sportive, più compiti agli steward che vengono equiparati ai pubblici ufficiali. Saranno poi sanzionate con il pagamento di una somma da 20mila a 100mila euro le società sportive che impiegano gli steward in numero inferiore a quello prescritto. Prevista anche l'istituzione di un fondo di solidarietà civile per le vittime della violenza negli stadi.
Fra le novità l'emendamento di mediazione sui sindaci sceriffi approvato in aula garantisce l'autonomia dei prefetti nella valutazione dell'esecuzione delle ordinanza dei primi cittadini, in tema di ordine pubblico, tramite l'ausilio delle forze di polizia. La disposizione sui sindaci sceriffi aveva fatto creato ieri un fronte comune di disapprovazione capitanato dai finiani del Fli e condiviso da Pd, Udc e Idv . Tanto che si era reso necessario un confronto con il ministro dell'Interno, Roberto Maroni. Proprio dall'incontro era scaturita la formula «ove il prefetto ritenga necessario» disporre le misure «adeguate», parole che di fatto restituiscono la discrezionalità ai prefetti. Le opposizioni avevano stigmatizzato «l'automatismo» del testo originario con cui iprefetti avrebbero dovuto dare attuazione alle ordinanze con l'impiego delle forze dell'ordine. In aula oggi il capogruppo Pd in commissione Affari costituzionali, Gianclaudio Bressa, ha ringraziato il ministro dell'Interno, presente in aula, «per aver fatto un lavoro molto importante» sull'articolo 8. Anche Udc, Fli e Idv si sono detti soddisfatti per «l'equilibrio raggiunto» sulle funzioni di sindaci e prefetti per attuazione delle ordinanze comunali.