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Gli altri WikiLeaks. Le inchieste (non solo i file) di giornalisti e cittadini

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Questo articolo è stato pubblicato il 03 dicembre 2010 alle ore 11:52.

Ricostruire i lati oscuri dell'industria globale del tabacco, partire dalle piantagioni: per un anno una squadra internazionale di giornalisti provenienti da 14 nazioni ha indagato lungo le rotte internazionali per incontrare i contadini, ricostruito il percorso dei container, capire i meccanismi illeciti. Hanno portato alla luce la corruzione e gli anelli deboli della filiera. È stato un lavoro lungo, portato avanti sul territorio.

Fino a pubblicare un'inchiesta documentatissima, Underground Tobacco. Ma non sono reporter di quotidiani famosi: fanno parte dell'associazione "International consortium of investigative journalist". Che punta sul rilancio dell'informazione trasparente, anche in collaborazione con i cittadini. Non è l'unica. Eppure queste organizzazioni non hanno la notorietà e i finanziamenti di Wikileaks, l'archivio di documenti riservati o scomodi fondato dall'australiano Julian Assange.

Anzi, sono almeno sessanta negli Stati Uniti i gruppi che mirano all'investigazione delle aree grigie nella gestione dell'ambiente, della salute e dell'economia. E il paradosso è che avviene nella nazione associata da Assange a una "cospirazione autoritaria", descritta in saggio del 2006 che su internet ha sollevato non pochi dubbi tra attivisti per i diritti umani, docenti universitari e reporter. È un documento che svela umori, vicini al risentimento, che sono alle radici della nascita di Wikileaks.

Eppure pochi mesi fa è stata la testata online ProPublica a vincere un premio Pulitzer per un'inchiesta approfondita sugli ospedali di New Orleans dopo l'uragano Katrina che cinque anni fa devastò la città. A finanziare il reportage tra le strade ancora semidistrutte ha contribuito la famiglia Sandler, un tempo proprietaria dell'istituto di credito Wachovia e anima economica di ProPublica. In California, invece, si sono moltiplicati gruppi di giornalisti come California Watch e Bay Citizen, specializzati nelle indagini sull'ambiente e sulla salute. Collaborano con quotidiani locali e nazionali.

Wikileaks pubblica documenti spesso inaccessibili attraverso altre strade. Ma il lavoro sul campo viene portato avanti dai giornalisti. In aree talvolta difficili. In Russia, per esempio, è operativo il "Center for journalism in extreme situations", una finestra aperta sui conflitti nell'area. E i cittadini possono partecipare a inchieste su spazi online come SochiReporter. In Cina, invece, è stato il blogger Ai Wei Wei dopo il terremoto in Sichuan a raccontare la corruzione nelle opere di ricostruzione. Fino a scatenare un'ondata di risentimento popolare e un processo per chiarire le responsabilità. Il "China media project" a Hong Kong supporta chi ha scavato sotto il velo delle apparenze con articoli e filmati di denuncia.

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Tags Correlati: Ai Wei Wei | Cina | International consortium of investigative journalist | Julian Assange | Medio Oriente | Sandler | Società dell'informazione | Stati Uniti d'America | Tiziano Project | Tiziano Terzani | Wachovia

 

All'esempio di Tiziano Terzani, il reporter toscano corrispondente di Der Spiegel in Estremo Oriente, è ispirato il "Tiziano Project": si tratta di un'iniziativa lanciata da un reporter freelance, Andrew McGregor, per trasferire competenze nei paesi in via di sviluppo. Che in questo modo possono acquistare una propria voce. Hanno aiutato 12 aspiranti cronisti in Iraq a imparare come utilizzare internet, macchine fotografiche e cellulari per raccontare la loro nazione. E intervengono in altre zone di guerra in Medio Oriente.

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