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Questo articolo è stato pubblicato il 03 dicembre 2010 alle ore 16:10.
È botta e risposta a distanza tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini. Così, poco dopo la breve dichiarazione consegnata ai giornalisti a Soci in cui il premier bolla il terzo polo come alleato della sinistra, arriva la replica del presidente della Camera. «È stato molto divertente quello che ho sentito dire, che il terzo polo sarebbe composto da alleati naturali della sinistra. Trovo ridicolo quello che ha detto Berlusconi». Il leader di Fli ha poi lanciato un altro affondo contro il Cavaliere che aveva negato anche l'esistenza di una maggioranza alternativa. «Credo che il Parlamento tra qualche giorno testimonierà quello che tutti sanno, e cioè che il governo non c'è più o non è in grado di governare». Ma nessun attacco sulle rivelazioni di Wikileaks che hanno investito il premier. «Proprio perché ho esercitato tante volte il diritto di critica nei confronti di Berlusconi - precisa Fini - ora difendo il mio Paese da ogni attacco».
La linea dell'ex leader di An sui futuri scenari dunque non cambia. Per Fini è necessario, in vista di un nuovo governo, «guardare in Parlamento a tutte le forze responsabili», a partire «da chi ha vinto le elezioni». Su alcune sfide epocali, ha aggiunto ancora il leader di Fli, «il nostro è l'unico governo che non cerca mai un colloquio e un contatto con l'opposizione». E comunque il presidente della Camera non ha paura del voto («se avessi avuto timori sarei stato più tranquillo»), anche se conferma le sue perplessità su un possibile ritorno alle urne. «È il momento in cui l'Italia deve mettere sul tappeto 120 miliardi di euro in titoli: e con questi chiari di luna si va verso la campagna elettorale? Bisogna che tutti si assumano le responsabilità e io - ha aggiunto Fini - credo di essermele assunte negli ultimi tempi».
Quindi il leader di Fli ribadisce che non farà passi indietro. «Se durerà la legislatura - chiarisce Fini - continuerò a fare il presidente della Camera». Ma ormai è chiaro che il divorzio con gli ex alleati è consumato. Tanto che il cofondatore del Pdl non risparmia altre staffilate a Berlusconi e Bossi. «Il centrodestra italiano merita qualcosa di più e di meglio dell'asse Pdl-Lega», avverte Fini. Che confessa anche di non amare molto l'etichetta di "terzo polo" che è stata coniata per battezzare la nascente alleanza tra Fli, Udc, Api e Mpa. «Non mi piace l'espressione terzo polo e con molta presunzione voglio contribuire a dare vita al vero centrodestra». Ad ogni modo, aggiunge Fini, «se son rose quelle del terzo polo fioriranno». Infine un messaggio chiarissimo al premier. Anche se il governo il 14 dicembre non otterrà la fiducia, ammonisce il presidente della Camera, «l'Italia non andrà a votare ma non si potrà continuare con la situazione che c'è oggi. Nel momento in cui il governo viene sfiduciato è il capo dello Stato che sa cosa deve fare nel rispetto della Costituzione. Non dico di più per motivi di riservatezza». (Ce. Do.)