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Questo articolo è stato pubblicato il 08 dicembre 2010 alle ore 13:44.
Il 4 luglio T. J. Joseph, un professore del college cristiano dello stato indiano del Kerala, stava ritornando a casa dopo aver assistito a una funzione in chiesa in compagnia della moglie e della sorella quando è stato aggredito da un gruppo di uomini che gli ha reciso di netto la mano destra. La colpa di Joseph era quella di aver fatto svolgere una prova d'esame contenente una domanda ritenuta offensiva nei confronti del profeta Maometto. Cinque attivisti di un gruppo islamico, il Fronte popolare indiano (Pfi), sono stati arrestati per questa violenta aggressione. In seguito la polizia ha fatto irruzione negli uffici del partito e ha scoperto quelle che sono state definite bombe fabbricate artigianalmente e propaganda filo-al Qaeda.
La brutale violenza dell'aggressione ha sconvolto il Kerala, una delle regioni più prospere e colte dell'India, una zona che malgrado la compresenza di religioni diverse, finora aveva subito pochi episodi di violenza da parte delle fazioni religiose che hanno invece già portato il terrore scorrazzando impunite nel nord dell'India. Mentre i leader della comunità musulmana statale – quasi un quarto della popolazione complessiva – hanno condannato immediatamente l'aggressione, i media locali hanno riferito che i sostenitori del Pfi si sono scontrati con le forze della polizia dopo le perquisizioni nel loro quartier generale, e in seguito a questi scontri si è verificata tutta una serie di inspiegabili tentativi di sabotaggio a treni e autobus.
Da qualche tempo in Kerala non mancavano indizi e segnali preoccupanti della presenza di un sempre più grande movimento estremista. Alcuni militanti del Kerala sono stati catturati e uccisi in Kashmir. Circolano notizie di donne molestate e aggredite per strada perché non indossavano il velo. Si dice che i tribunali della Sharia – proprio a uno di questi si fa risalire l'ordine di aggredire Joseph – stiano guadagnando prestigio e influenza in tutta la regione. Il Times of India ha riferito che i tribunali della Sharia operativi sarebbero già tredici. L'espansione del fondamentalismo islamico nel Kerala è verosimilmente legato ai forti rapporti di questo stato con il Golfo Persico, dove circa 2 milioni di abitanti del Kerala sono emigrati per lavoro e da dove inviano a casa rimesse per miliardi di dollari ogni anno.