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Tre docenti su quattro bocciano la riforma Gelmini della scuola. Il ministero replica: l'Ocse la promuove

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Questo articolo è stato pubblicato il 10 dicembre 2010 alle ore 13:14.

I professori bocciano sonoramente la riforma della scuola pubblica targata Gelmini. Rispondendo in 700 a un'indagine Swg, per conto della Cisl Scuola, presentata Roma, il 75% dei professori, vale a dire tre docenti su quattro, si esprime in modo del tutto insufficiente sulle novità introdotte, dal primo ciclo, alle "nuove" superiori, partite, nelle prime classi, a settembre scorso. Perentorio il voto medio in pagella: un bel 3,6.

Sotto accusa, in particolare, tre fattori introdotti con le riforme: l'aumento del numero di alunni per classe, la riduzione delle ore e l'introduzione del maestro prevalente nella scuola primaria. Senza contare che, sostengono sempre i docenti, i tagli imposti dalla recente riforma stanno mettendo a repentaglio la qualità dell'offerta formativa e cancellando qualsiasi visione prospettica. Secondo i docenti mancano poi strumentazioni e strutture adeguate per far funzionare al meglio la macchina scolastica.

La notizia, commentata dal numero uno della Cisl, Raffaele Bonanni e dal leader della Cisl Scuola, Francesco Scrima, ha dato il là a un immediato botta-risposta con il ministero dell'Istruzione. Per Bonanni: «Sono stati criticati tutti i governi che fanno riforme senza fondamento. Gli insegnanti, seppur orgogliosi della loro professione, vorrebbero stare meglio anche perchè le paghe sono basse e il riconoscimento sociale pure». «Alla politica sempre meno interprete dei bisogni dell'Italia - rincara la dose Scrima - «gli insegnanti chiedono rispetto per una funzione che ha perso prestigio sociale e adeguati riconoscimenti per la loro professionalita».

Pronta la replica di viale Trastevere: «Solo poche ore fa sono stati resi noti in tutto il mondo i risultati Ocse dell`indagine sull`andamento dei sistemi scolastici internazionali. Una rilevazione autorevole e oggettiva secondo cui aumenta la qualità della scuola italiana, che dopo anni inverte un trend negativo e torna a guadagnare posizioni. Evidentemente a qualche sindacato è venuto il mal di pancia, ma soprattutto ha visto crollare tutti gli slogan scanditi in questi anni». Sulla stessa lunghezza d'onda pure la presidente della commissione Cultura alla Camera, Valentina Aprea (Pdl): «Sbaglia Scrima a valutare negativamente l'operato del ministro Gelmini, che al contrario ha saputo coniugare rigore e qualità puntando su un rinnovato impegno dei docenti e scuole». Per la responsabile scuola del Pd, Francesca Puglisi, «l'indagine Swg Cisl Scuola «conferma tutto ciò che chiunque giri per le scuole e ascolti in tutta Italia studenti, insegnanti, personale e dirigenti aveva già

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toccato con mano». Spiccano, aggiunge, anche i «i toni astiosi riservati da ministro e maggioranza alla Cisl, un sindacato - fa notare l'esponente del Pd - fino a oggi ritenuto
moderato».

Polemiche a parte, dallo studio, curato da Fabiana Vidoz di Swg, è emerso anche come l'85% dei docenti italiani si senta orgoglioso e soddisfatto di stare in cattedra, soprattutto di lavorare con gli alunni, tanto che esprime un livello medio di soddisfazione di 7,5. È significativo pure il fatto he quasi il 60% dei docenti intervistati attribuisca all'insegnamento un giudizio compreso tra l'8 e il 10. In particolare, appaiono più gratificati i docenti che operano nelle scuole del Nord-Est. Decisamente meno contenti appaiono gli insegnanti in servizio al Sud e nelle scuole superiori. Rispetto a qualche anno fa, in generale, un docente su due (il 49%), ritiene comunque di essere più preparato, anche grazie all'uso delle nuove tecnologie e il 66% del campione dice «sì» alla pagella degli insegnanti. Il 56% è favorevole all'ipotesi di differenziare gli stipendi in base al merito.

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