La procura di Roma apre un fascicolo sulla caccia ai voti. Famiglia cristiana: peggio di Tangentopoli

Gianfranco Fini ci scherza su ma forse nemmeno troppo. «Da oggi comincia il calciomercato», annuncia davanti a un gruppo di liceali molisani. La campagna acquisti dei parlamentari non si ferma (guarda il grafico interattivo), ma sulla caccia ai voti si sono accesi anche i riflettori della procura di Roma, che ha aperto un fascicolo sulla presunta corsa ai parlamentari. L'iniziativa nasce da un esposto presentato oggi dal leader dell'Idv, Antonio Di Pietro e segue un altro fascicolo. Che era stato già aperto dai magistrati, sulla base di notizie di stampa, riguardante la presunta compravendita di senatori. Immediata la replica del Pdl. «L'intervento della procura di Roma è gravissimo - risponde Fabrizio Cicchitto - e apre una questione istituzionale molto rilevante perché costituisce una gravissima intromissione nella libera dialettica parlamentare».

Il sì al governo conquista altri due voti, si affolla l'area degli incerti. Grafico sui numeri a Montecitorio (di Celestina Dominelli e Mariolina Sesto)

La denuncia di Di Pietro. Il leader dell'Idv si è presentato stamane al procuratore Giovanni Ferrara e ha verbalizzato i suoi sospetti relativi alle posizioni di due deputati della sua formazione politica, Domenico Scilipoti e Antonio Razzi, riservandosi di depositare nei prossimi giorni una memoria più articolata. Di Pietro ha anche mostrato a Ferrara alcuni articoli di stampa dedicati alla questione. Quanto all'altro fascicolo, affidato al procuratore aggiunto Alberto Caperna, gli accertamenti sono partiti in seguito ad un servizio di "Repubblica". Ora gli inquirenti dovranno valutare per quale ipotesi di reato procedere, anche se quella più compatibile con la presunta compravendita sembra essere la corruzione.

L'accusa di Famiglia Cristiana. Sul presunto mercato dei voti si è registrata poi anche la dura presa di posizione di Famiglia Cristiana. «I quotidiani sono pieni di dettagli su questo tariffario, rispetto al quale le mazzette di Tangentopoli sono acqua fresca». La sensazione, attacca il settimanale dei paolini, «è che, se non tutto, quasi tutto sia vero. E che i trenta denari abbiamo assunto forme più moderne, ma senza cambiare significato».

Ancora scintille tra Pdl e opposizione. La maggioranza continua a respingere le accuse di compravendita e fa quadrato con il guardasigilli Angelino Alfano, che replica all'affondo lanciato ieri dal segretario del Pd, Pierluigi Bersani («compravendita solo scandalo o c'è corruzione?»). «La sinistra - sottolinea il ministro - ha un'occasione per dimostrare che è sincera e non ipocrita: il 14 rinunci ai voti di quelli che sono stati eletti nelle liste di Silvio Berlusconi presidente». Il suo collega della Difesa, Ignazio La Russa, bacchetta invece Fini per la sua battuta sul calcio mercato. «È strano - dice - che l'accusa venga fatta dal presidente della Camera ai propri deputati». Mentre la finiana Giulia Bongiorno si difende. «Reputo gravemente offensiva e avulsa dalla realtà l`ipotesi che qualcuno avrebbe avanzato in merito ad una scelta "dolosa" da parte mia di stare lontano da Montecitorio il prossimo 14 dicembre non per ragioni legate alla mia gravidanza ma per ragioni politiche». (Ce. Do.)