Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 09 dicembre 2010 alle ore 10:32.
Silvio Berlusconi si dimetta o Fli voterà la sfiducia. È questa la linea emersa dopo il vertice di Gianfranco Fini con lo stato maggiore di Futuro e libertà: «Dimissioni al buio o sfiducia senza se e senza ma», sintetizza uno dei presenti. Il Fli aveva già chiesto le dimissioni di Berlusconi con una sorta di rapidissima "crisi pilotata" che si concludesse con l'allargamento all'Udc dell'attuale maggioranza. «Se Berlusconi non prenderà atto della necessità di aprire, attraverso le sue dimissioni, una nuova fase politica, Fli voterà la sfiducia», si legge in un comunicato diffuso al termine del vertice dei finiani.
Ma il Cavaliere - a quattro giorni dal "votofinish", quando prenderà la parola prima al Senato e poi alla Camera per chiedere il voto del Parlamento sulla verifica dei numeri della sua maggioranza - non sembra intenzionato a salire al Quirinale per rassegnare le dimissioni. Oggi si dovrà dunque studiare se esiste una via per evitare la conta sempre più incerta del 14 dicembre, oltre alla tenuta di un terzo polo con una posizione comune.
Intanto il ministro della Giustizia Angelino Alfano frena sull'ipotesi di un Berlusconi-bis. «L'ipotesi di dimissioni di Berlusconi non è tra quelle contemplate nè immaginate e conseguentemente l'ipotesi di un Berlusconi bis non esiste», ha detto Angelino Alfano. Il primo stop ufficiale alle voci e alle indiscrezioni sulla possibilità di un Berlusconi-bis.
Ferve, comunque, la trattativa mentre si avvicina sempre più il "votofinish" di martedì 14 dicembre, giornata nella quale l'opposizione, ma non solo, dovrebbe mandare a casa il cavaliere. Anche se la soluzione più gettonata per ora resta comunque un Berlusconi-bis, ma con alcuni paletti. Da una parte il reingresso nel governo del Fli, dall'altra un allargamento all'Udc. Dunque il negoziato procede: l'ipotesi di accordo con Fini comprenderebbe anche la revisione della legge elettorale accanto a un nuovo patto sociale, facendo una verifica su risorse e politiche economiche alternative. Ma resta il nodo delle garanzie. E il mantra del cavaliere resta sempre lo stesso: o la fiducia o le urne.