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Calano gli arrivi di immigrati in Italia: 100mila in meno nei primi sei mesi. Effetto crisi

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Questo articolo è stato pubblicato il 13 dicembre 2010 alle ore 11:53.

La crisi si è fatta sentire e ha frenato gli ingressi. Per gli immigrati già in Italia è andata meglio grazie a famiglie bisognose di cure e alla rete delle piccole e medie imprese in cerca di operai: un "salvagente" per gli stranieri che qui hanno attraversato la difficile congiuntura economica meglio che in altri paesi europei. I posti di lavoro sono aumentati (+10% nel 2010), in controtendenza rispetto agli italiani. Arrivi rallentati, progressiva familiarizzazione (è al 44,4% la quota di immigrati che vive in coppia e/o con figli). E, ancora, a tranquillizzare quel 18% di italiani che ritengono l'immigrazione un pericolo subito dopo disoccupazione e corruzione, arriva il dato della riduzione dei tassi di criminalità degli immigrati.

È l'ultimo Rapporto della Fondazione Ismu sulle migrazioni 2010, presentati a Milano, ad aggiornare il quadro e a registrare la prima battuta d'arresto nei flussi netti di immigrati in arrivo in Italia: i regolari iscritti all'anagrafe nel primo semestre del 2010 sono 100mila in meno (-40%) rispetto all'epoca precrisi (primo semestre 2007). La contrazione dei nuovi ingressi non intacca il peso della popolazione straniera che complessivamente equivale agli abitanti di un'intera regione come il Lazio: al 1° gennaio 2010 gli immigrati in Italia sono 5,3 milioni (regolari e non), circa mezzo milione più dell'anno prima. Rumena la nazionalità più numerosa con un milione e 112mila unità (il 22% del totale), seguita dall'albanese e dalla marocchina (586mila e 575mila).

Due mercati del lavoro
Una parte corposa dell'indagine è quella che monitora il lavoro. L'occupazione degli italiani ha registrato un'ulteriore contrazione rispetto al 2009, mentre gli occupati stranieri sono aumentati di oltre il 10% e addirittura del 14% per quanto riguarda la componente femminile. Un andamento che suggerisce l'ipotesi dell'esistenza di mercati del lavoro separati tra italiani e stranieri e conferma i caratteri del tutto specifici dell'offerta immigrata femminile. Gli stranieri rappresentano oltre l'8% degli occupati totali e quasi il 9% delle occupate. L'aumento dell'occupazione si è accompagnata a un aumento del tasso di disoccupazione degli stranieri da attribuire secondo la Fondazione a una crescita dell'offerta di lavoro e a un afflusso di nuova manodopera dall'estero <sovradimensionato> rispetto alle opportunità di assorbimento.

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Senza lavoro, senza permesso
I disoccupati stranieri hanno raggiunto quota 287mila, con un aumento addirittura del 40% e con una leggera prevalenza della componente maschile (52,6% sul totale). Il tasso di disoccupazione è passato dal 10,5% del primo trimestre 2009 al 13% del primo trimestre 2010. Il peggioramento coinvolge soprattutto gli uomini, per i quali l'incidenza della disoccupazione è passata dal 9,1% al 12%, oltre ad essere praticamente raddoppiata rispetto al 2007 quando era a quota 6,2%. Anche le donne, colf e badanti inostituibili per le gfamiglie italiane, hanno visto salire il tasso di disoccupazione nello stesso periodo, dal 12,4 al 14,3%. Le preoccupazioni degli stranieri che perdono il lavoro sono legate alla durata semestrale del "permesso di soggiorno per ricerca di nuova occpuazione", un tempo non sempre sufficiente a trovare un nuovo impiego in questa fase.

Più lavoro al Nord
Il nord assorbe oltre il 60% dei lavoratori stranieri (ma con una flessione negativa di ben tre punti percentuali rispetto al I trimestre 2009), il centro il 27% e il mezzogiorno poco più del 12%.

Immigrazione e Welfare
Il Rapporto Ismu calcola quest'anno anche il beneficio fiscale netto, la differenza fra i trasferimenti ricevuti dal settore pubblico e quanto pagato al settore pubblico stesso. L'analisi evidenzia un beneficio fiscale netto annuo per gli immigrati extracomunitari inferiore di circa 3mila euro a quello degli italiani, che si giustifica per lo più con la minore incidenza dei costi sanitari e previdenziali dovuti all'invecchiamento. Il risultato individuale viene confermato dall'analisi a livello familiare, che indica un beneficio fiscale netto superiore per le famiglie italiane rispetto a quelle extracomunitarie per oltre 3.800 euro all'anno.

Meno tasse
Anche gli immigrati pagano le tasse? Eccome. In media tra imposte personali, contributi sociali e Ici si arriva a 6.407 euro per gli italiani, 5.921 euro per gli immigrati Ue e 5.735 euro per gli immigrati extra-Ue. Il maggior importo di imposte personali pagate dagli italiani (più 950 euro rispetto agli immigrati extra-Ue) è spiegato dal reddito medio più elevato. Se si restringe il campione ai soli attivi, l'importo medio dei contributi sociali versato dagli italiani risulta superiore (di 1.699 euro) a quello degli immigrati extra-Ue.

Dipendenti e piccoli imprenditori
I lavoratori stranieri con uno status da dipendenti sono 1 milione e 662mila. Una realtà a cui si sta affiancando la giovane generazione di imprenditori etnici che secondo la Fondazione costituisce un indicatore significativo del grado di radicamento degli stranieri nel sistema economico produttivo e nella società. Ogni anno vengono avviate circa 37mila attività (imprese individuali) con a capo un lavoratore non comunitario, al fine 2009 più di sette imprese individuali su 100 risultano condotte da immigrati. Il passaggio al lavoro autonomo – sottolinea il rapporto - segno tangibile del percorso di emancipazione intrapreso: «Gli immigrati, da lavoratori salariati e spesso subalterni, cercano di percorrere sentieri di mobilità e di crescita professionale, migliorando le loro condizioni solamente dopo un discreto numero di anni nella società di destinazione e dunque dopo aver consolidato la propria situazione giuridica oltre che quella occupazionale».

Criminalità e devianza
Uno dei capitoli a cui il Rapporto Ismu dedica un maggiore approfondimento è quello legato alla criminalità degli stranieri. «L'affermazione che gli irregolari sono criminali è falsa». I dati – spiega il l'indagine - non avallano l'affermazione, falsa, che gli irregolari siano criminali. «I dati indicano che l'irregolarità in Italia aumenta la probabilità del verificarsi di un evento criminale. Il che non significa che tutti gli irregolari siano delinquenti o che tra essi non ci siano in maggioranza persone oneste e tanti sfruttati nel lavoro nero».

Il calo delle denunce
Nel 2009 (ultimi dati disponibili del ministero degli Interni) il numero dei denunciati stranieri è diminuito del 13,9% rispetto al 2008. In valore assoluto i denunciati stranieri sono stati 260.883 (su un totale di 823.406) e corrispondono a circa un terzo del totale dei denunciati (31,7%). Per tutti i reati considerati, a eccezione dei furti in esercizi commerciali, dal 2008 al 2009 c'è stata una diminuzione dei denunciati stranieri in numero assoluto: alta per i furti in abitazione (-31,9%) e le rapine in banca (-24,4%), media per le rapine in abitazione (-18,9%), i delitti contro la persone (-14,5%) e il totale delle rapine (-13,9%), più contenuta, ma sempre rilevante, per le altre categorie.

In carcere uno su tre è straniero
Al 31 luglio 2010 gli stranieri nei penitenziari italiani sono il 36,2% dei presenti, 24.675 su 68.121. Le nazionalità più numerose sono: la marocchina (21,2% dei detenuti stranieri), la rumena (13,4%), e la tunisina (12,8%). Le categorie di reato più rappresentate in valore assoluto sono: i reati contro il patrimonio (31.893 detenuti stranieri, il 25,5% del totale dei detenuti per questo reato), la violazione della legge sugli stupefacenti (28.154, 45,1%), i reati contro la persona (22.610, 29,9%).

Gli irregolari
Secondo le stime Ismu nel 2010 diminuiscono gli irregolari che sono 544mila, 16mila in meno rispetto a quanto stimato dall'Ismu ad agosto 2009. Gli stranieri senza permesso di soggiorno presentano tassi di delittuosità molto superiori a quelli dei regolari e degli italiani. Nel 2008 e nel 2009 gli stranieri regolari hanno registrato tassi superiori, ma prossimi, a quelli degli italiani. Gli irregolari invece hanno avuto tassi di delittuosità decine di volte superiori. Il problema della delinquenza straniera continua a riguardare principalmente l'immigrazione irregolare (nel 2009 il il 25,3% dei denunciati è irregolare, contro il 6,3% che è regolare).

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