Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 14 dicembre 2010 alle ore 17:51.
LONDRA – Julian Assange, fondatore di Wikileaks, ha ottenuto la scarcerazione su cauzione. Ma la Svezia ha deciso di presentare appello, come hanno comunicato i rappresentati della procura britannica, che parlano a nome delle autorità svedesi, alla Corte di Westminster. Inizialmente i legali di Assange avevano escluso che la Svezia avrebbe fatto appello, una notizia rilanciata dai principali media britannici. Un nuova udienza è prevista entro le prossime 48 ore. Nel frattempo, l'australiano resta in cella.
Secessione WikiLeaks. I fondatori dissidenti lanciano OpenLeaks
L'udienza davanti ai giudici di Westminster Courts, che doveva valutare solo la rinnovata richiesta di scarcerazione su cauzione si è conclusa con un sì sulla base di due considerazioni. Prima di tutto Assange ha ora un indirizzo di residenza e quindi non c'è rischio di fuga, in secondo luogo è pronto a pagare 240mila sterline di cauzione. Un tetto glielo ha garantito Vince Smith proprietario del Frontline club dove Assange ha tenuto le sue conferenze stampa e incontrato i media e dove è rimasto nascosto per settimane.
Il quarantenne australiano risiederà nella tenuta di 300 ettari che Smith ha in Suffolk, ma dovrà presentarsi tutti i giorni alla polizia in attesa dell'udienza dell' 11 gennaio che valuterà nello specifico la richiesta di estradizione. In più dovrà avere il bracciale elettronico. I suoi amici, dal regista Ken Loach a Jemima Khan Goldsmith a Bianca Jagger, ieri in prima fila in aula, sono disposti ad aprire il portafogli e a sostenere le ragioni del fondatore di WikiLeaks. Questo ha convinto i giudici, ma non è detto che basti: il ricorso dei legali che agiscono per conto della Svezia potrebbe richiudere, improvvisamente, le porte della cella di Wandsworth dove Julian Assange è chiuso da una settimana.