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Berlusconi apre all'Udc e non esclude una mini crisi pilotata. Ma Casini non ci sta

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Questo articolo è stato pubblicato il 14 dicembre 2010 alle ore 20:03.

Dopo aver incassato una robusta fiducia al Senato e una risicata alla Camera, Berlusconi si dice pronto a un allargamento della maggioranza all'Udc e non esclude la possibilità di una crisi pilotata e di aperture programmatiche sulla legge elettorale e su interventi in favore delle famiglie. Per il premier, intervenuto alla presentazione del libro di Bruno Vespa, è possibile un tentativo di allargamento della maggioranza nei confronti dell'Udc, ma anche verso «altri gruppi in Parlamento come i democristiani di sinistra che sono nel Pd».

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Ma Casini non ci sta
Casini non ci sta e ribadisce di aver chiesto al premier di dimettersi prima o dopo il voto alla Camera.
«Ha ritenuto di non ascoltare il nostro consiglio. Peraltro ha ottenuto la fiducia che voleva per tre voti e ora ha solo il dovere di governare. Se non sarà in grado di farlo si è lasciata aperta solo una strada: costringere irresponsabilmente il paese alle elezioni». Sia chiaro, dice Casini, che in quel caso siamo pronti a presentare agli italiani una proposta di governo alternativa al Pd e al Pdl. Non aveva chiuso la porta ai centristi neppure il leader della Lega Nord, Umberto Bossi, che esclude il «veto», anche se, come ha fatto il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, ricorda che l'Udc non ha votato il federalismo.

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Tags Correlati: Abruzzo | Bruno Vespa | Camera dei deputati | Casini | Catia Polidori | Di Pietro | Governo | Guido De Franceschi | Idv | Lega | Napoli | Pd | PDL | Roberto Maroni | Senato | Silvio Berlusconi | Udc | Umberto Bossi

 

Una vittoria politica quella della Camera
«Certamente è una vittoria politica», ha detto il premier del voto di oggi sottolineando che alla Camera la maggioranza «avrebbe potuto essere più consistente» se non ci fossero state delle «pressioni psicologiche» su alcuni componenti di Fli. «Non c'è una maggioranza alternativa e quindi si deve andare avanti», ha aggiunto.

Con Fini chiusa ogni trattativa
«Con il partito di Fini sì anche per il comportamento di alcuni suoi uomini di grande negatività come dimostra il discorso di oggi di Italo Bocchino». Alla fine, dice il premier, «è venuto fuori che per Fini ero un ostacolo per raggiungere i suoi obiettivi».

Difficile un accordo sulla riforma della giustizia
Sarà «molto difficile», secondo Silvio Berlusconi, «trovare un accordo» con l'opposizione sulla riforma della giustizia. Il premier ha sottolineato di ritenere impossibile un accordo «su alcuni punti», ma possibile su argomenti come «la velocizzazione dei processi».

La par condicio? Una legge liberticida
La par condicio per il premier è una legge "liberticida", se non ci fosse questa normativa partiti come l'Udc e l'Idv sarebbero al 2 per cento. «Se la Cola cola ha il 35% del mercato - spiega il premier - deve poter fare il 35% della promozione. Se si dà a tutte le marche parità di tempo la Cola cola scende e le altre salgono». Per il premier partiti come l'Udc e quello di Di Pietro hanno «il 6% solo grazie a una overdose di spazi tv che questa legge gli assegna».

Legge elettorale: alzerei lo sbarramento al 5%
Silvio Berlusconi conferma «la disponibilità a discutere di legge elettorale anche se non credo che alle segreterie del partito interessi modificarla visto che ora sono loro a decidere gli elenchi dei candidati e sanno bene se quel collegio è sicuro oppure ci può essere una sconfitta». Se potessi scegliere, dice il premier, alzerei la soglia di sbarramento al 5%, se non al 6, 7 o 8 per cento.

Non galleggeremo come Prodi
«Non mi sento nella stessa situazione di Prodi del 2008, perché lui aveva una prospettiva negativa anche sul risultato di eventuali elezioni se il suo governo fosse caduto, psicologicamente sentiva questo peso: io invece sono tranquillo sull'esito di eventuali elezioni. sicuramente non galleggeremo».

Anche Obama non ha la maggioranza in una delle Camere
In Europa, dice Berlusconi, esistono governi di minoranza e in Danimarca, in Olanda e in Svezia e in Portogallo. «E lo stesso Obama non ha la maggioranza di una delle due camere». Noi abbiamo i numeri, «non vedo difficoltà insuperabili anche mantenendo questi
numeri. Non abbiamo nessun problema al Senato e abbiamo intenzione di allargare la maggioranza alla Camera. L'attività del governo va avanti senza dubbi».

Comunque si può andare avanti cercando accordi sui vari provvedimenti
Comunque «si può andare avanti anche con un Governo di minoranza andando a concordare con l'opposizione di volta in volta i vari provvedimenti in Parlamento», ha affermato poi Berlusconi parlando alla cena dei deputati del Pdl. Per esempio, dice Berlusconi, il quoziente familiare è un tema sul quale Lega e Udc potranno facilmente mettersi d'accordo. «É nel nostro programma, subordinato soltanto alla possibilità di trovare i fondi».

Gradimento personale al 54,5%
Berlusconi cita alcuni sondaggi secondo i quali il gradimento nei suoi confronti è al 54,6 per
cento. La coalizione Pdl più Lega è al 44%, con la Lega al 13% e così «le altre forze non possono arrivare al 44 per cento», dice il Cavaliere spiegando che con l'asse con il Carroccio e il premio di maggioranza nel caso in cui si arrivasse alle elezioni «ci sarà una maggioranza sia alla Camera che al Senato».

In due giorni Napoli sarà senza rifiuti
In due giorni, garantisce, Napoli sarà senza rifiuti. Poi torna a difendere l'operato del governo sul post-terremonto in Abruzzo e sul caos rifiuti a Napoli. Per l'Abruzzo «i fondi per la ricostruzioni sono a disposizione del Comune dell'Aquila», dice il premier, spiegando che per gli aquilani «non ci sarà nessun trattamento non favorevole rispetto a quello che è successo per altre popolazioni» per quanto riguarda i rimborsi delle tasse. Sulla vicenda rifiuti campani l governo «ha risposto con grande capacità imprenditoriali. C'è stata una incapacità totale di chi amministra la cosa pubblica ma nel giro di due giorni Napoli tornerà a essere pulita».

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