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Cala l'occupazione in banca

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Questo articolo è stato pubblicato il 14 dicembre 2010 alle ore 16:47.

Il sistema bancario-finanziario italiano ha chiuso il 2009 con un saldo complessivo tra assunzioni e cessazioni in lieve contrazione a circa il 2% a causa dei processi di ristrutturazione e riorganizzazione. È quanto si legge nel Rapporto Abi 2010 sul mercato del lavoro, secondo cui la fase «è stata gestita senza alcuna ricaduta sociale grazie al fondo esuberi che però è diventato troppo oneroso e va riformato».

Nel suo complesso il comparto bancario - spiega il Rapporto - pur sostenendo bene la congiuntura ha registrato ricavi e redditività in flessione e per questo bisogna «intensificare lo sforzo sulla gestione dei costi e dell'aumento dell'efficienza» per poter migliorare la competitività e la ripresa. Il ricorso ai contratti di apprendistato è salito dello 0,2% rispetto al 2008 mentre sul totale degli occupati i laureati rappresentano ormai il 35% (+3% sull'anno precedente). «La crisi economica ha portato una perdita dell'utile netto delle banche di due terzi negli anni 2008-2009 e i segnali di quest'anno non sono positivi», ha sottolineato il presidente dell'Abi, Giuseppe Mussari.

Mussari ha quindi ricordato come le nuove norme di Basilea 3 richiederanno in futuro agli istituti di credito più capitale e ha sottolineato l'importanza che questo venga remunerato. Secondo Mussari in questa nuova fase economica («Non bisogna più parlare di crisi», ha detto), ognuno «deve perdere un poco di quello che era e si deve mettere profondamente in discussione. E questo vale per le parti sociali». Il presidente dell'Abi ha infatti ricordato come non sussista più la compensazione statale per motivi di ristrettezze di bilancio e tutto ricade quindi sulle parti sociali stesse.

Sfogliando le pagine dello studio spicca anche come il costo del lavoro nel settore bancario italiano sia fra i più elevati in Europa ed è pari a 73mila euro contro la media di 56.500 euro. Analizzando un campione di 140 gruppi bancari europei nel 2009, lo studio sottolinea come la differenza fra gli istituti di credito italiani e i concorrenti europei rimanga elevata anche a giugno 2010 dove si evidenzia un rapporto fra costo del lavoro e margine di intermediazione superiore di 4,5 punti percentuali rispetto alla media europea. Distanziati anche i rapporti fra costi operativi e margine di intermediazione. (Cl.T.)

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