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Questo articolo è stato pubblicato il 14 dicembre 2010 alle ore 13:17.
Potrebbe essere lei la "salvatrice" di Berlusconi e della sua maggioranza. Perché il no alla sfiducia di Catia Polidori, umbra e biondissima, arriva inaspettato. Al punto da scatenare una vera bagarre in aula e la sospensione per qualche minuto della seduta. Nessun segnale nei giorni scorsi, mentre le cronache inseguivano la colomba Silvano Moffa e Maria Grazia Siliquini. Da lei nulla, in apparenza nessuna titubanza. Fino a qualche sera fa quando si materializza la lettera a Fini e Berlusconi firmata dai pontieri di Fli e del Pdl.
Lì la bionda Polidori comincia a vacillare. Proprio lei che sin dall'inizio dell'impresa di Gianfranco Fini ha abbracciato con entusiasmo l'iniziativa prodigandosi perché Fli nascesse e fosse forte anche nella sua regione, l'Umbria. Dove lei è attivissima. Classe 1967, perugina, laurea in scienze economiche e bancarie, poi un dottorato in scienze della formazione e perfino un periodo di ricerca presso l'Harvard University. Insomma, una che ha i titoli ed evidentemente anche la tempra per rompere con Fini e tornare al Cavaliere. Che in una delle foto presenti sul suo sito la circonda con le braccia e la guarda sorridente.
Ora le cronache da Montecitorio si affrettano a ricostruire quanto successo in aula. Pare che a scatenare la bagarre sia stata la critica pesantissima rivolta dal vicecapogruppo di Fli alla Camera, Giorgio Conte, dopo il no alla sfiducia di Catia. «Ha detto che la Polidori è una tr...», riferisce la pidiellina Nunzia De Girolamo. Come siano davvero andati fatti e cosa abbia convinto la perugina a girare le spalle a Fini e presto per dirlo. Qualcun altro, come il falco Luca Barbareschi fornisce un resoconto diverso. «Questa - dice - è corruzione di pubblico ufficiale. Sappiamo per certo che la Polidori, la cui azienda di famiglia è il Cepu (il Consorzio europeo preparazione universitaria, ndr), ha ottenuto rassicurazioni che la favoriscono».
Quel che è certo, per ora, è che Polidori subito dopo il voto si è rifugiata nella sala del governo. Dove l'attendevano Berlusconi e i ministri dell'esecutivo. Chissà se è già pronto un posto per lei al governo...