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Questo articolo è stato pubblicato il 16 dicembre 2010 alle ore 17:30.
«C'è bisogno di apertura e di dialogo, di incontro positivo fra le persone, nella famiglia, nella società civile, nelle articolazioni dello Stato che diversamente si inceppano». A dirlo è il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, nell'omelia alla messa di Natale con il mondo politico italiano.
Bagnasco prosegue: «il dialogo vero ha le sue leggi: innanzitutto serve la volontà di dialogare. Se la volontà è inquinata, non c'è neppure voglia di ascoltare e nasce un dialogo fra sordi. Tutto è distorto e urlato nei toni e nelle parole».
Bagnasco, per convincere politici al dialogo, ammonisce: «Dio si pone in dialogo con noi, noi ci poniamo in dialogo con Lui? Se accettiamo il dialogo con Dio, dobbiamo dialogare con gli altri. Il mondo politico è chiamato ad essere punto di riferimento dell'arte del dialogo: confronto di idee, rigore con se stessi, ragionevolezza, nobiltà spirituale che nasce dal pensare onesto».
Paolo VI e la politica
Bagnasco ricorda che Paolo VI definì la politica «la forma più alta della carità». Alla domanda se l'invito ad un «dialogo vero» serva a soddisfare «il desiderio di governabilità» degli italiani, Bagnasco risponde: «Tutte le cose positive si ricollegano fra loro».