Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 28 dicembre 2010 alle ore 06:39.
ROMA - Un falso attentato e una escort. Due «storie» su Gianfranco Fini riportate sulla prima pagina di Libero riaccendono la disputa tra uno dei giornali più vicini a Silvio Berlusconi e il suo ex alleato. Un caso che, dopo l'affaire estivo della casa di Montecarlo, promette di essere la prima campagna della ricostituita coppia Feltri-Belpietro contro l'ex leader di An, mentre gli uomini vicini al presidente della Camera parlano di «delirio» e contrattaccano: «Torna il metodo Boffo». Intanto le procure di Milano, Trani e Bari hanno aperto un fascicolo e il direttore di Libero è già stato ascoltato dal procuratore aggiunto milanese Armando Spataro.
Cosa ha scritto Belpietro nel suo articolo di fondo dal titolo ammiccante «Su Gianfranco iniziano a girare strane storie...»?. Ad Andria, si legge nel pezzo, «qualcuno avrebbe progettato un brutto scherzo contro il presidente della Camera»: «C'è chi vorrebbe colpirlo in una delle sue prossime visite e per questo si sarebbe rivolto a un manovale della criminalità locale promettendogli 200mila euro». Fini vittima di un attentato? Non proprio, perché «nel prezzo sarebbe compreso l'impegno ad attribuire l'organizzazione dell'agguato ad ambienti vicini a Berlusconi, così da far ricadere la colpa del presidente del consiglio». Un falso agguato con il ferimento lieve di Fini che «dovrebbe scattare in primavera, in prossimità delle elezioni, così da condizionarne l'esito». Per la «seconda storia», invece, bisogna spostarsi a Modena: qui una prostituta sostiene di essere stata pagata mille euro lo scorso anno per aver un rapporto sessuale con «un tizio uguale in tutto e per tutto a Gianfranco Fini». Belpietro precisa di essersi limitato a riferire le vicende, sulla cui veridicità non è in grado di esprimersi. Ma la bomba ormai è innescata.
«Per far felice l'editore di fatto del suo quotidiano Belpietro ipotizza un attentato che ferisce Fini per danneggiare Berlusconi» replica Italo Bocchino che rompe il silenzio imposto da Fini ai suoi prima della pausa natalizia. «Una tesi folle – prosegue il capogruppo di Fli alla Camera – frutto di menti folli che la dice lunga sullo scadimento di certo giornalismo italiano». Ancora: «Se la storiella dell'attentato è ridicola quella della prostituta modenese è ancora peggio e il tutto dovrebbe consigliare una vacanza al direttore di Libero. Se poi insiste per saperne di più di falsi attentati – conclude velenoso Bocchino – può chiedere al suo caposcorta». Un riferimento a un fallito agguato dai contorni mai chiariti proprio a Belpietro. «È facile prevedere che anche la nascita del nuovo polo politico dei moderati sarà accompagnata dal dossieraggio della stampa padronale e parastatale. Il metodo Boffo continua e il giornalismo italiano tocca il fondo» commenta Carmelo Briguglio. «Quello di Belpietro è un articolo equilibrato che racconta con cautela un episodio degno di rilievo. Non capisco la reazione isterica, portata avanti con virulenza e maleducazione da Fli» dice Feltri.