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Questo articolo è stato pubblicato il 29 dicembre 2010 alle ore 21:53.
Silvio Berlusconi ne è sempre più convinto, «diversi parlamentari di Fini si trovano in un disagio assoluto. Sono saliti su un treno che va in una direzione contraria, verso sinistra, e tra loro c'è una certa delusione». Perciò presto torneranno nel Pdl. E poi, dice il premier collegato telefonicamente a un incontro di simpatizzanti in provincia di Napoli, «noi ci siamo comportati con responsabilità».
Senza negare le difficoltà della situazione politica attuale, Berlusconi rivendica di aver mantenuto la maggioranza, «nonostante l'operazione di Fini», una maggioranza «considerevole al Senato e limitata alla Camera». Certo, sottolinea, ora «coloro che erano grati a Fini per essere stati messi in lista si trovano in situazione di disagio assoluto». Perché molti finiani si sono trovati a passare da «una situazione in cui potevano essere la terza gamba della maggioranza» ad una «a guida Granata, Bocchino e Briguglio e sono all'opposizione». Insomma «è come salire su un treno per Parigi e ritrovarsi a Istanbul». Ma adesso Futuro e Libertà, ne è convinto il premier, si è messo in una situazione per cui «non potrà avere i voti dei moderati» che non sceglieranno un'alleanza con «i loro avversari di sempre».
Il premier bacchetta anche Umberto Bossi, che dubita della possibilità di governare e fare riforme con i numeri di cui la maggioranza dispone. E si dice «molto sereno», perché «ci siamo comportati come dovevamo, con responsabilità, accortezza, tanto lavoro». È per questo che vede il proseguimento della legislatura. «Nei prossimi due anni e mezzo di lavoro ne vedo altrettanto - assicura - con le riforme che servono al nostro Paese». Insomma, promette, «andremo avanti con forza, volontà, determinazione, passione anche per fare ciò che gli italiani si aspettano da noi. Non li deluderemo». Contrappone fiducia Silvio Berlusconi al pessimismo mostrato dal leader della Lega. «Sono ottimista da sempre e per natura e lo sono anche perchè guardo alla realtà. La maggioranza degli italiani ci sostiene e vuole restare libera».
Certo, serve un allargamento della maggioranza. E per questo il presidente del Consiglio ai suoi ripete: «in Parlamento dobbiamo coinvolgere altri amici, che sono in altre situazioni politiche, perché vengano con noi a rafforzarci». Conta sul rientro nel partito di quei finiani ora delusi ma guarda anche verso altre forze, «parlamentari di altre formazioni politiche, responsabili che verranno con noi per fare le riforme delle quali il Paese ha bisogno». Quali? La riforma fiscale «già avanzata», quella della giustizia «praticamente pronta», la banca del Sud «che aprirà i battenti il prossimo anno».