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Caso Battisti, da Milano a Roma una giornata di proteste. Berlusconi: i rapporti con il Brasile non cambieranno

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Questo articolo è stato pubblicato il 04 gennaio 2011 alle ore 08:48.

Resta alta la tensione Italia-Brasile dopo il no dell'ex presidente Lula all'estradizione di Cesare Battisti in Italia e continuano le dichiarazioni al vetriolo contro Brasilia, mentre si sono tenuti oggi sit-in e manifestazioni di protesta bipartisan. «Mi sono radicato nell'idea che Battisti ha rivestito di ideologia politica una sua realtà di criminale vero», ha affermato il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, al termine dell'incontro a Milano con Alberto Torregiani, figlio di Pierluigi, il gioielliere assassinato da Cesare Battisti nel febbraio 1979.

«Operava - ha aggiunto - nella maniera terribile che tutti ora sono venuti a conoscere. Non è un fatto di vendetta - ha precisato il premier - vogliamo si affermi la giustizia che ogni volta che è lesa riguarda tutti». In ogni caso, ha detto il premier, «questa vicenda non riguarda i buoni rapporti che abbiamo con il Brasile ma un caso di giustizia per cui i nostri rapporti con quel paese non cambieranno a causa di questa situazione. Il Brasile - ha spiegato Berlusconi - è un paese a cui siamo legati da antica e solida amicizia. Questa vicenda non riguarda i rapporti dei nostri Paesi ma un caso di giustizia».

Di «pugnalata alle spalle» ha parlato il ministro della Difesa Ignazio La Russa, che ha definito «un regalo ai radical-chic francesi e all'ultra sinistra brasiliana» la mancata estradizione dell'ex terrorista rosso che «non ha mai avuto una parola di pietà per le vittime». Una mozione parlamentare per condannare la «vergognosa» decisione del Brasile sull'estradizione di Cesare Battisti e «per dare forza alle iniziative del governo», è stata annunciata dal capogruppo Pdl al Senato Maurizio Gasparri. Anche la Lega Nord ha definito la decisione del presidente Lula «indegna di un Paese civile».

Per il Brasile Battisti non è un caso ideologico, né una priorità
L'ideologia non ha nulla a che vedere con la decisione dell'ex presidente Lula di negare. Lo ha affermato il nuovo ministro della Giustizia del governo della presidente Dilma Rousseff, Josè Eduardo Cardozo, in un'intervista alla Bbc brasiliana. «La questione dell'asilo politico non dipende dalla dimensione ideologica del rifugiato - ha sottolineato il nuovo ministro -. Il Brasile ha già concesso l'asilo ad altri personaggi senza tenere in conto il valore degli atti commessi in precedenza, come nel caso di ex dittatori (Alfredo Stroessner, feroce ex dittatore del Paraguay, è vissuto a Brasilia fino alla morte nel 2002, ndr). Ragion per cui mi sembra strano che in questo caso specifico si voglia insistere sulla dimensione ideologica della decisione di Lula», ha concluso Cardozo. A mezzogiorno di ieri la decisione di Lula non era ancora arrivata al Supremo Tribunale Federale brasiliano anche se è stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale. Secondo un portavoce del massimo organo del potere giudiziario a Brasilia, «la posizione di non dare trattamento urgente al caso Battisti», presa venerdì dal presidente del Supremo Tribunale Federale, Cezar Peluso, «continua uguale».

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Nel frattempo in Brasile i legali di Battisti hanno presentato un'istanza per ottenere la «scarcerazione immediata» dell'ex terrorista rosso spiegando che deve essere «contestuale alla pubblicazione della decisione presidenziale». Pubblicazione che è infatti avvenuta sulla Gazzetta ufficiale brasiliana. Ma nessuna decisione sarà presa fino al 31 gennaio, quando finirà la pausa estiva del Supremo Tribunal Federal.

La solidarietà dell'Ue
In cantiere, con tempi e modi tutti da definire, ci sarebbe anche un'iniziativa di solidarietà dei Paesi Ue con l'Italia. Ne hanno parlato - secondo quanto riporta il quotidiano Folha de Sao Paulo - gli ambasciatori di Spagna, Portogallo e Regno Unito in occasione della cerimonia di insediamento della nuova presidente Dilma Rousseff avvenuta l'altro ieri a Brasilia. ma prima di prendere una decisione - spiega il quotidiano brasiliano - Madrid, Lisbona e Londra intendono comunque aspettare gli sviluppi della vicenda.

Proteste in programma in tutta Italia
Per oggi, intanto, sono in programma mobilitazione e sit in davanti ai consolati brasiliani di Bari, Bologna, Milano, Napoli e Firenze. A Roma i manifestanti si ritroveranno alle 16 davanti all'ambasciata di Brasilia a Piazza Navona. Il segretario generale Lorenzo Cesa guiderà la delegazione dell'Udc, ma ci saranno anche esponenti del Pd, da Enrico Gasbarra a Paolo Gentiloni. A Milano ci sarà un presidio organizzato dal Pdl, che ha risposto all'appello lanciato da Alberto Torregiani, figlio del gioielliere ucciso da Battisti, e dalla Lega.

Il legale dell'Italia ha presentato ricorso contro il rilascio
Nel frattempo, il legale dell'Italia nel caso Battisti, Nabor Bulhoes, ha presentato al Supremo Tribunal Federal a Brasilia «un ricorso per bloccare il rilascio» dal carcere di Papuda dell'ex terrorista. «Nei prossimi giorni presenteremo un altro ricorso per spiegare perchè», dopo il 'nò all'estradizione di Battisti annunciata giorni fa dall'ex presidente Lula, «il governo del Brasile ha violato il trattato» bilaterale di estradizione in vigore tra i due paesi, ha detto all'ANSA Bulhoes.

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