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Questo articolo è stato pubblicato il 05 gennaio 2011 alle ore 21:35.
Lazio, Campania, Puglia, Piemonte e Liguria: sono queste le regioni incerte in cui si giocherà l'esito della corsa per il Senato. E se il Cavaliere vuole assicurarsi una vittoria piena a palazzo Madama dovrà portare a casa il risultato azzerando l'azione di disturbo del terzo polo. La cui presenza alle prossime politiche potrebbe creare più di qualche grana al Pdl. Che però minimizza sul possibile impatto elettorale dell'asse Fini-Casini-Rutelli. «Non credo che il terzo polo - spiega il senatore Andrea Augello - avrà risultati così sconvolgenti in altre regioni che non siano Lazio e Puglia. E comunque a far premio sarà la condizione psicofisica del centro-sinistra perché il polo della nazione non esiste elettoralmente».
Le previsioni dei terzopolisti
Certo se si interpellano i diretti interessati le previsioni si ribaltano e sono improntate all'ottimismo. «La nostra presenza risulterà cruciale non solo nel Lazio e nella Puglia – spiega Roberto Rao, braccio destro del numero uno dell'Udc Pierferdinando Casini –. In Campania il Pdl ha vinto alle regionali alleandosi con noi. In Piemonte poi Cota ha vinto per un pugno di voti e in Liguria siamo già in maggioranza. E In Calabria siamo fortissimi». E una prima strategia esiste già almeno a sentire il coordinatore di Fli Adolfo Urso. «In Sicilia puntiamo a prendere la quota maggioritaria presentandoci come coalizione. Altrove, incluse le regioni "rosse" (Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche e Basilicata), invece, andremo con una unica lista per garantirci innanzitutto il risultato minimo con il superamento della soglia dell'8%». Un'azione di "disturbo" che, secondo Urso, potrebbe essere fatale per il Pdl in Piemonte, Puglia e Sardegna determinandone la sconfitta. Ma che potrebbe creare qualche grana anche al Pd.
Il Pd spera ancora in un'alleanza con Casini&co
Che, dal canto suo, non ha abbandonato l'idea di un'alleanza emergenziale con il terzo polo se il paese precipitasse verso il voto anticipato. «Una coalizione con Idv e Vendola non esiste e non può esistere perché le divergenze politiche sono troppo forti – avverte il senatore Stefano Ceccanti –. E, se l'Udc non tornasse nel centro-destra, come tutto lascia però pensare, un'alleanza tra il Pd e il terzo polo è uno scenario plausibile. Anche perché, se andassero da soli, la loro sarebbe una campagna difficile giocata tra governabilità e ingovernabilità e una scelta simile difficilmente pagherebbe». E se comunque l'alleanza si concretizzasse l'esito della partita risulterebbe comunque bloccato. «A questo punto Lega e Pdl sarebbero molto forti nelle regioni del Nord e debolissimi in tutto il centro-sud che ci vedrebbe prevalere».