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Questo articolo è stato pubblicato il 10 gennaio 2011 alle ore 06:37.
La polemica è il sale della lotta politica, e rende più abbondante la raccolta del consenso. Il Governance Poll 2010, realizzato da IPR Marketing per il Sole 24 Ore, che misura il favore riconosciuto dagli elettori agli amministratori locali, dà piena conferma a questa ricetta. La contestata visita ad Arcore per chiedere la tassa di scopo, per esempio, è costata a Matteo Renzi un animato dibattito su Facebook e il rimbrotto da parte del leader del Pd Bersani, ma non sembra aver limato il consenso che accompagna il sindaco di Firenze.
Zaia al comando tra i governatori
Con un balzo di 4 punti rispetto al Governance Poll 2009, e del 7,1% sul giorno delle elezioni, Renzi diventa il politico locale più amato d'Italia, supera abbondantemente i livelli raggiunti dal suo predecessore Leonardo Domenici e si lascia dietro due primatisti abituali del consenso locale come il sindaco di Torino Sergio Chiamparino e quello di Salerno Vincenzo De Luca. Una «menzione speciale» va a Massimo Cialente, sindaco dell'Aquila sempre in prima fila nella gestione dell'emergenza post-terremoto (l'ultimo intervento è arrivato con il milleproroghe, che nelle prime versioni negava il rinvio, poi concesso, nella riscossione delle tasse sospese agli aquilani). Con il 62% di «sì» da parte dei propri concittadini Cialente guardagna quasi 9 punti sul 53,2% ottenuto alle elezioni ed è il sindaco che cresce di più rispetto al dato uscito dalle urne vere; in casi come questo, però, il consenso si confonde con la popolarità alimentata dall'emergenza e non è garanzia di successo elettorale come sa bene Stefania Pezzopane, la presidente della provincia dell'Aquila incoronata dal Governance Poll 2009 ma poi punita alle elezioni.
Queste punte di diamante non riescono però a cancellare gli effetti di una gelata del consenso che nella rilevazione di quest'anno si estende anche ai sindaci. I risultati medi continuano a essere più alti di quelli delle altre amministrazioni, ma anche i municipi vengono investiti in pieno dal riflusso: 69 sindaci sui 103 in carica nei capoluoghi perdono terreno in confronto al giorno delle elezioni, e soprattutto nel Mezzogiorno la flessione si fa eclatante. Risultato: le percentuali complessive registrate dal Governance Poll si fermano 261 punti sotto i livelli elettorali, e una distanza così non può essere spiegata solo con il fatto che il doppio turno ha gonfiato i risultati «reali» di alcune città.