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Questo articolo è stato pubblicato il 11 gennaio 2011 alle ore 18:55.
Per ora di certo c'è solo il sacrificio di due tasselli: Sergio Marchi che guida lo strategico assessorato alla Mobilità e ai Trasporti, e Fabio De Lillo, alla guida dell'Ambiente. Un cambio necessario dopo lo scandalo di Parentopoli che ha travolto il Campidoglio investendo le municipalizzate con migliaia di assunzioni facili tra Ama, Acea e Atac. Gianni Alemanno dovrà quindi ridisegnare la sua giunta entro giovedì (guarda la gallery del rimpasto) tentando di recuperare consensi (visto anche il bassissimo gradimento nel sondaggio del Sole 24 Ore), ma anche cercando il massimo equilibrio tra le opposte fazioni che si muovono all'ombra del Comune. Perché attorno ai nomi finiti nel pallottoliere ruotano protettori e correnti che il sindaco non potrà di certo trascurare.
Alemanno azzera la giunta comunale di Roma. Gradimento in forte calo dopo «parentopoli»
Il sacrificio di Marchi e De Lillo
La scelta per il primo cittadino è quasi obbligata. Così Sergio Marchi e Fabio De Lillo dovranno fare necessariamente un passo indietro. Il primo, che pure è un fedelissimo del sindaco, è diventato oggetto di critiche pesantissime dopo lo scandalo Parentopoli. Marchi, avvocato con un passato prima nell'Msi e poi in An, è un veterano del Campidoglio dove è entrato per la prima volta nel 1999 come componente della commissione cultura. Un sacrificio che Alemanno avrebbe voluto evitare e che dovrebbe essere comunque compensato dall'ingresso di un altro fedelissimo del sindaco, nel pieno rispetto dei rapporti di forza tra le correnti. L'altra casella destinata certamente all'avvicendamento è quella di Fabio De Lillo, che da Forza Italia è migrato sotto l'ala protettrice del capogruppo del Pdl alla Camera, Maurizio Gasparri, insieme al fratello, il senatore Stefano De Lillo. Gasparri preme per sostituirlo con un altro dei suoi uomini, ma Alemanno valuta anche l'idea di offrire quell'assessorato ai dissidenti di Laboratorio Roma, nati da una costola del Pdl in aperto dissenso con la gestione del partito decisa dal coordinatore romano Gianni Sammarco, uomo di Fabrizio Cicchitto.
Le caselle che ballano
Accanto alla sostituzione certa di Marchi e De Lillo ci sono altre caselle che potrebbero essere sacrificate. A cominciare da quella di Enrico Cavallari, assessore al Personale, in quota al potente senatore romano ex An, Andrea Augello, pronto a difendere con le unghie e con i denti il suo "protetto". In bilico anche Laura Marsilio, sorella del deputato Marco Marsilio e delfina di Fabio Rampelli, altro uomo forte del Pdl capitolino. La Marsilio potrebbe perdere la delega alla scuola a scapito, si dice, di un'augelliana di ferro come Sveva Belviso, attualmente a capo delle Politiche sociali. Gli ultimi rumors danno in forte discesa poi l'assessore alla Cultura, Umberto Croppi, l'unico che al Comune ha lasciato il Pdl per trasferirsi armi e bagagli sotto le insegne di Futuro e libertà e che potrebbe rimanere a terra al prossimo giro, nonostante i buoni risultati assicurati finora.