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Questo articolo è stato pubblicato il 12 gennaio 2011 alle ore 18:48.
La sensazione ai piani alti del Campidoglio, tra chi assiste agli incontri di Gianni Alemanno per la messa a punto della nuova giunta di Roma, è che «alla fine si risolverà tutto con un "rimpastino" e il sindaco sprecherà una grande occasione per rilanciare la sua immagine e la sua squadra». Senza peraltro risolvere il principale problema che rischia di paralizzare la macchina politica della città: il pessimo rapporto tra la giunta e il consiglio comunale dove, raccontano i rumors di palazzo, è in atto una guerra interna alla maggioranza.
I nomi in bilico
Sulle caselle che verranno sostituite ormai sembrano esserci pochi dubbi e ai nomi degli assessori Sergio Marchi (Trasporti) e Fabio De Lillo (Ambiente) si sono aggiunti nelle ultime ore anche quelli di Laura Marsilio (Scuola) ed Enrico Cavallari (Personale). Molto meno chiaro è invece il quadro dei possibili sostituti perché finora l'unica certezza è che il sindaco intende aprire ai dissidenti del Pdl, riuniti nel Laboratorio Roma, offrendo loro una poltrona: in pole ci sono Antonello Aurigemma e Giovanni Quarzo che potrebbero addirittura ambire alla sostituzione di Marchi, fedelissimo di Alemanno, in uno degli assessorati più strategici del Campidoglio.
I rischi del rimpasto
Se così fosse, però, per il primo cittadino si aprirebbero nuove grane visto che l'ala del Pdl che fa capo al coordinatore romano Gianni Sammarco (uomo di Fabrizio Cicchitto) mal digerisce questo cambio. Per non dire del correntone che risponde a Maurizio Gasparri, cui sono legati sia Fabio De Lillo che Laura Marsilio, protetta di Fabio Rampelli, vicinissimo al capogruppo del Pdl al Senato. Dunque, in un colpo solo, Gasparri perderebbe due nomi in giunta senza un'adeguata compensazione. Visto che tra le altre possibili new entry (dall'ex Udc Dino Gasperini al fedelissimo di Alemanno Marco Visconti fino al presidente delle Acli romane, Gianluigi De Palo) non ci sono nomi legati all'ex ministro delle Comunicazioni. Senza contare che l'eventuale defenestrazione di Enrico Cavallari, legato invece al senatore Andrea Augello, gli inimicherebbe tutta la parte dell'ex An che risponde al potente sottosegretario alla pubblica amministrazione. Insomma, di strappo in strappo Alemanno risolverebbe solo apparentemente i suoi problemi, a detta dei suoi fedelissimi.