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Alfano: sono quasi sei milioni le cause civili arretrate

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Questo articolo è stato pubblicato il 12 gennaio 2011 alle ore 18:47.

Sono quasi sei milioni le cause civili arretrate che giacciono negli uffici giudiziari in attesa di essere risolte: lo ha detto il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, durante una conferenza stampa al ministero di via Arenula, dedicata alla digitalizzazione del sistema giustizia, alla quale ha partecipato anche il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta.

L'arretrato civile cresce del 3 per cento
Alfano ha spiegato che le cause pendenti sono, esattamente, 5 milioni 826 mila 440, alla data del 31 dicembre 2009. Questo è l'ultimo dato disponibile. Il prossimo sarà
reso noto dallo stesso Alfano al parlamento sullo stato della giustizia che si terrà i prossimi 18 e 19 gennaio. Il rilevamento precedente, risalente al giugno 2009, aveva contato 5 milioni 625 mila 057 fascicoli pendenti. «La crescita dell'arretrato civile - ha detto il Guardasigilli - si conferma nella misura del 3% così come è stato negli ultimi 20 anni. Il governo continuerà nei suoi sforzi, fino al termine della legislatura, per migliorare questa situazione come abbiamo già fatto nei due primi anni e mezzo di governo».

Rispettati i contratti per l'assistenza tecnica ai sistemi informatici della giustizia
Alfano ha detto poi che tutti i contratti per l'assistenza tecnica ai sistemi informatici della giustizia sono stati rispettati. Dal primo gennaio era scattato l'allarme nei tribunali italiani per la sospensione dei contratti dell'assistenza informatica che aveva provocato una denuncia dell'Anm per un rischio paralisi del sistema. «Abbiamo rispettato tutti i contratti in essere - ha
detto Alfano - consapevoli della diminuzione delle risorse. C'è l'esigenza di ripensare alla struttura di questi contratti che devono essere valutati caso per caso». «Fino a oggi - ha aggiunto Brunetta - ogni pubblico ministero e ogni distretto si costruiva il suo sistema informatico e questo, oggettivamente, produce dei costi. Se riusciremo a razionalizzare evitando la cosiddetta "balcanizzazione" ridurremo i costi di assistenza. Il nostro slogan per il futuro sarà «con meno risorse faremo di piu».

Combattere gli sprechi
Per il ministro della Funzione pubblica la giungla dei costi crea inevitabilmente uno spreco. «Basti pensare - ha sottolineato - che in tema di intercettazioni il costo unitario di ogni singola intercettazione può variare da uno a sette e questo utilizzando la stessa tecnologia. Fatta salva l'obbligatorietà dell'azione penale e le singole prerogative, avere un prezzo unico di riferimento credo che costituirà un criterio di buona amministrazione. A Bolzano sono state effettuate più intercettazioni con un terzo delle risorse che aveva a disposizione. Questo è un piccolo esempio di come si può razionalizzare».

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Come digitalizzare la giustizia
I due ministri hanno infine ricordato il planning per accelerare sul piano Giustizia digitale, siglato nel 2008. Le azioni volte a favorire la diffusione della digitalizzazione nel mondo della giustizia potranno articolarsi in un primo intervento immediato e senza vincoli territoriali, finanziato con circa 5 milioni di euro a valere sulle risorse recentemente destinate dal comitato dei ministri per la Società dell'informazione (Cmsi) ad azioni di sostegno del Cad; in un secondo intervento, attivabile in tempi più lunghi, tramite i progetti promossi dal Piano per il Sud, da finanziare tramite le risorse Fas e dedicato alla diffusione capillare degli strumenti digitali in tutti i tribunali del Mezzogiorno. «Continueremo a lavorare sull'efficienza - ha rilanciato Alfano - e a puntare sull'informatica e non toglieremo il piede dall'acceleratore perché questi sono gli obiettivi che ci siamo prefissati». Lanciando un appello ben preciso: «chiediamo collaborazione ai singoli uffici giudiziari perché la sinergia darà risultati importanti».

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