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Economia Aziende

Un miliardo in arrivo per il rilancio

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Questo articolo è stato pubblicato il 16 gennaio 2011 alle ore 08:11.

Dopo il sì dei lavoratori di Mirafiori l'investimento promesso dalla Fiat è ai nastri di partenza. Obiettivo, avviare entro la fine dell'anno prossimo la produzione di due SUV, uno destinato all'Alfa Romeo e uno alla Jeep, il marchio più internazionale del gruppo Chrysler.

Come è già successo per Pomigliano, tra il sì dei dipendenti all'intesa e la firma concreta con i sindacati aderenti trascorrerà qualche mese (sei mesi per lo stabilimento campano, dal referendum di fine giugno alla firma di fine dicembre). L'investimento previsto è di un miliardo di euro, il cui onere verrà ripartito tra Fiat e Chrysler in proporzione al numero di veicoli che ciascuna si impegnerà a rilevare dalla joint venture (anche le quote di quest'ultima sono ancora da definire).
L'investimento in arrivo a Mirafiori è importante non solo per la Fiat ma anche per la città di Torino e la regione. Secondo i calcoli di Mauro Zangola, responsabile della ricerca economica all'Unione Industriale di Torino, l'investimento di un miliardo di euro entro i prossimi due anni potrebbe portare a un incremento del Pil torinese del 3/4% in aggiunta alla crescita naturale stimata in un 2,5 per cento. Per Mario Calderini, professore di Strategia e Innovazione al Politecnico di Torino, «l'investimento da un miliardo di euro a Mirafiori potrebbe avere un impatto sul Pil regionale di 2-3 punti percentuali a regime. Per una valutazione più precisa bisognerà naturalmente verificare i tempi dell'investimento e le modalità; in particolare, quanto della somma verrà speso nell'indotto all'interno dell'area torinese».

Per quanto riguarda l'occupazione, in questi casi in passato si applicava un moltiplicatore di 5 a uno per quanto riguarda eventuali posti di lavoro creati; qui però si tratta di conservare quelli esistenti, con eventuali assunzioni cui Marchionne aveva accennato a fine novembre che arriverebbero solo nel lungo periodo. «Per quanto riguarda l'occupazione, credo che l'investimento a Mirafiori potrà contribuire a consolidare un indotto auto messo in difficoltà dalla crisi degli ultimi anni» dice Calderini.
Le vetture prodotte a Mirafiori saranno come detto un'Alfa Romeo e una Jeep, entrambe basate sulla piattaforma C-evo, ovvero quella nata con la Giulietta e poi esportata negli Usa dove farà da base anche a numerosi modelli Chrysler.

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Tags Correlati: Alfa Romeo | Chrysler | Fiat | Jeep | Lancia Thema | Mario Calderini | Mauro Zangola | Mike Manley | Mirafiori | Ontario | Prodotti e servizi | Sergio Marchionne | Stati Uniti d'America | Torino | Unione Industriale |

 

Per la marca del biscione sarà l'esordio assoluto nel segmento dei SUV – un esordio previsto in passato e più volte rinviato per motivi economici; la vettura, ha confermato Sergio Marchionne a Detroit, verrà anche esportata verso gli Stati Uniti. Al tempo stesso il modello Jeep, che andrebbe a sostituire le attuali Patriot (e forse Compass), verrebbe a sua volta venduto sulle due sponde dell'Atlantico. Le due auto, Alfa e Jeep, non saranno "gemelle" come la Lancia Thema e la Chrysler 300, ma due modelli sulla stessa piattaforma con personalità distinte. Riusciranno ad arrivare ai volumi produttivi promessi da Marchionne? Nel 2010 le due Jeep Compass e Patriot hanno venduto negli Usa un totale di 55mila unità.
In attesa del decollo dei nuovi SUV, a Mirafiori resterà però - dei modelli attuali – anche la Mito, cui nel 2013 dovrebbe aggiungersi anche una versione a 5 porte. Più incerta la situazione della Giulia. Il nome della storica berlina sportiva anni 60 verrà rispolverato per l'erede della 159; la vettura dovrebbe arrivare tra un paio d'anni ed essere la prima Alfa Romeo a debuttare sul mercato americano. Dove verrà prodotta? Marchionne non ha ancora scoperto le sue carte; potrebbe andare a Mirafiori – come ha scritto di recente «Automotive News Europe» oppure finire in uno degli stabilimenti americani di Chrysler, o quello di Sterling Heights, Michigan, o quello di Brampton, Ontario. Lo scambio di veicoli tra le due sponde dell'Atlantico permetterebbe di "compensare" gli impianti di Chrysler della perdita delle due Jeep (attualmente prodotte a Belvidere, Illinois) e di ridurre al minimo i rischi legati alle fluttuazioni delle valute.
La collaborazione a Mirafiori non sarà l'unica tra la Jeep e il gruppo Fiat: il numero uno del marchio americano, Mike Manley, ha detto a Detroit che «stiamo studiando con gli italiani una vettura più piccola, del segmento B, che potremmo anche portare negli Usa». Sempre nell'ambito della crescente integrazione fra Fiat e Chrysler, al Salone di Ginevra verranno presentate sia la Fiat Freemont, derivata dal crossover Dodge Journey, che la Lancia Thema, versione europea della berlina Chrysler 300 appena rinnovata.
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