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Questo articolo è stato pubblicato il 20 gennaio 2011 alle ore 07:52.
Ogni giorno, dice il professor John Arquilla, l'apparato militare americano spende un miliardo e 750 milioni di dollari in gigantesche navi, in super cannoni a lunga gittata e in elefantiache unità da combattimento che non solo non servono a vincere le guerre in corso, ma che addirittura rischiano di compromettere quelle del futuro. Arquilla è un teorico militare, insegna alla Naval Postgraduate School di Monterey, in California. La rivista Foreign Policy lo ha inserito nell'annuale lista dei grandi pensatori globali per aver immaginato le strategie e le modalità delle guerre del futuro.
Molti anni prima dell'11 settembre, Arquilla e il collega della Rand Corporation David Ronfeldt coniarono il termine netwar per descrivere il nuovo paradigma militare del XXI secolo. Era il 1993 e i due individuarono una forma emergente di guerra, di crimini e di militanza armata a bassa intensità, combattuta da soggetti legati in una rete sociale globale. I nuovi pericoli, spiegarono i due studiosi, arrivano da nemici organizzati più come Facebook che come la classica cavalleria dei film western.
«Dopo più di dieci anni - dice al Sole 24 Ore Arquilla - è chiaro che la cyberwar è arrivata». Con un'espressione in italiano, aggiunge: «È una specie di "guerra alla spicciolata", come dimostrano gli attacchi all'Estonia di alcuni anni fa». Il professore sostiene che il futuro delle guerre somiglierà molto alle operazioni terroristiche di Mumbai del 2008, quando dieci islamisti uccisero quasi duecento persone e tennero in ostaggio una delle città più grandi del mondo per tre giorni.
La guerra nell'età dell'informazione è diversa da quelle precedenti, ma i militari americani continuano a dividersi tra i sostenitori della dottrina shock and awe, colpisci e intimorisci, e quelli della overwhelming force, forza schiacciante, elaborata da Colin Powell all'inizio degli anni Novanta.
Non è sufficiente, dice Arquilla, potenziare gli eserciti e arricchire quelle strategie con le armi intelligenti, con gli aerei telecomandati e con le più avanzate diavolerie tecnologiche. La via indicata da Arquilla è di segno opposto: «Diventare più piccoli, stare più vicini ed essere più rapidi», altrimenti sarà un disastro finanziario, bellico e strategico per gli Stati Uniti.