Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 24 gennaio 2011 alle ore 19:33.
Lucia Rizzo, la escort di Reggio Emilia, nota come «Rachele», che sostiene di avere avuto rapporti sessuali con il presidente della Camera Gianfranco Fini, è indagata dalla procura di Roma per diffamazione e concorso in tentata estorsione. L'iscrizione nel registro degli indagati è scattata dopo la querela presentata del leader di Futuro e Libertà. Secondo quanto si è appreso, è indagato, per tentata estorsione, anche un uomo il quale avrebbe contattato la segreteria di Fini annunciando che ci sarebbero state delle rivelazioni a proposito della presunta relazione e proponendosi di intervenire per evitarle.
Fini: Bossi difende l'indifendibile
Intanto il leader di Fli torna a intervenire da Ancona sul caso Ruby. «Della vicenda non ne parlo - dice Gianfranco Fini -, ma prima viene archiviata meglio è, e l'unico modo per farlo è che la magistratura vada avanti: facciano ciò che devono fare accertino quel che è accaduto». Quanto alla responsabilità del premier, il presidente della Camera pronuncia parole molte chiare. «L'Italia ha bisogno di un altro centrodestra che abbia senso dello Stato e rispetto per le istituzioni». Credo, aggiunge l'ex leader di An, «che sia profondamente sbagliato, come in molte circostanze fa il presidente del Consiglio, scagliarsi contro tutte quelle istituzioni che in ragione dell'autonomia di cui godono non sempre si trovano ad avere posizioni coincidenti con quelle dell'esecutivo». Poi il presidente della Camera bacchetta il Carroccio. «Umberto Bossi ormai sta difendendo l'indifendibile. La Lega Nord non è più un alleato del governo, ma è il suo dominus - ha detto Fini - e i deputati del Pdl ormai hanno timore di contraddire Bossi perchè sanno che il governo si regge solo su questo rapporto».
Possibile una convocazione in procura
L'iscrizione della donna nel registro degli indagati sarebbe stata determinata non solo dalla querela del presidente della Camera, ma anche da alcuni riscontri oggettivi fatti dagli inquirenti. Non è escluso che a giorni i due indagati possano essere convocati in procura per fornire la loro versione dei fatti. Nella querela presentata da Fini, che prendeva spunto da notizie apparse su internet si sottolineava l'esigenza di tutelare, ancor prima «dell'onorabilità personale dell'attuale presidente della Camera, l'organo istituzionale dal medesimo rappresentato». La storia di Rachele era stata pubblicata da Libero e successivamente dal Giornale. Era stato il direttore Maurizio Belpietro il primo a parlare dei presunti rapporti di Fini con una prostituta raccontando di un video girato dalla stessa Rachele, in cui la ragazza riferiva di incontri avuti con il leader di Futuro e Libertà.