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Questo articolo è stato pubblicato il 28 dicembre 2010 alle ore 14:02.
Quando la vicenda della casa di Montecarlo è ormai un ricordo, tornano i venti di guerra tra Gianfranco Fini e i quotidiani vicini al premier: Libero e il Giornale che il presidente della Camera ha deciso di querelare. Ieri Libero aveva parlato di un «finto attentato» al presidente della Camera. Oggi il Giornale titola in prima pagina: «L'intervista a luci rosse che getta fango su Fini», con riferimento alle affermazioni di una «escort che sostiene di aver incontrato» il leader di Fli.
Finto attentato per dare la colpa a Berlusconi
Nel suo editoriale, Belpietro aveva fatto riferimento a un progetto di attentato da compiersi ad Andria, in provincia di Barletta-Andria-Trani, in occasione di una visita istituzionale del presidente della Camera. Nell'articolo, inoltre, si parlava della possibilità di un progetto che comprendeva anche «l'impegno di attribuire l'organizzazione dell'agguato ad ambienti vicini a Berlusconi, così da far ricadere la colpa sul presidente del Consiglio».
Tre procure aprono un'inchiesta
Sulla vicenda hanno aperto inchieste tre procure: Milano, Trani e Bari. Il procuratore aggiunto di Milano Armando Spataro ha trasmesso a Bari una copia della deposizione resa ieri dal direttore di Libero, ascoltato dallo stesso pm. La Procura distrettuale del capoluogo pugliese ha aperto un fascicolo per «attentato per finalità terroristiche o di eversione» . Ieri la stessa Procura di Trani aveva aperto un fascicolo conoscitivo. Della vicenda si è occupata anche la Procura distrettuale Antimafia di Bari che vorrebbe verificare se l'ipotetica minaccia possa essere messa in atto dalla criminalità organizzata del distretto.
I dubbi dei pm di Milano sull'attentato a Belpietro di ottobre
La giornata si è aperta poi con nuovi sviluppi su un'altra faccenda, apparentemente scollegata, che risale ad ottobre e che riguarda l'autore dell'articolo (il direttore Belpietro) e il presunto attentato nei suoi confronti. Secondo il Giornale (diretto fino a poco tempo fa dal nuovo socio di Belpietro: Vittorio Feltri) gli inquirenti milanesi starebbero valutando di incriminare il capo scorta per procurato allarme, spari in luogo pubblico e simulazione di reato, perchè, secondo quanto scrive il quotidiano, l'uomo potrebbe non essere stato vittima di alcuna aggressione, ma potrebbe aver raccontato quei fatti perchè sottoposto a un periodo di stress. Proprio per questo avrebbe chiesto di essere trasferito.