Questo articolo è stato pubblicato il 25 gennaio 2011 alle ore 15:51.
I più tempestivi sono gli spagnoli: l’intervento in diretta telefonica di Silvio Berlusconi nel programma tv di Gad Lerner su La 7, “L’infedele”, è subito balzato sulla copertina dei siti internet dei principali quotidiani iberici, con i servizi dell’Efe. «Berlusconi interrompe uno spazio televisivo per insultare», titola El Pais, che spiega: il programma affrontava il caso Ruby. «Berlusconi perde le staffe», lancia sulla homepage El Mundo: il primo ministro entra in diretta in un programma della rete privata La7 e «insulta presentatore e ospiti». El Economista: «Berlusconi chiama infuriato un programma tv sul caso Ruby».
La tv è «una delle poche che non è di sua proprietà», si legge su El Pais. L’intervento del primo ministro è «furibondo», riferisce l’Efe: «Un programma disgustoso, una conduzione spregevole, turpe, un postribolo ripugnante». Lerner lo invita a calmarsi e di smettere di riferirsi alla sua trasmissione in questi termini: «Ha già insultato abbastanza, perché non va davanti ai giudici invece di insultare?». Il premier «trova il tempo, durante il suo breve e intenso intervento di difendere Nicole Minetti». La notizia ricorda anche che lo scorso 18 gennaio Berlusconi aveva tentato di intervenire a Ballarò, ma il conduttore (Giovanni Floris), «tenendo conto di com’è andata le ultime volte», gli disse che era meglio venire in studio.
Il caso Ruby ha fatto riesplodere la protesta delle donne ed El Pais lo sottolinea in un reportage di Lucia Magi intitolato “Le curve prima del curriculum”. La donna italiana è «ostaggio dell’immagine frivola» trasmessa dai suoi leader e dai media, scrive il quotidiano. «In piena causa per prostituzione contro Berlusconi, questa volta più voci rompono il silenzio di fronte al machismo».
«La pubblicità fa della donna un prodotto. In Italia anche la politica»
, si legge su El Pais. «Le nuove generazioni sono state avvelenate dalla televisione. La donna vera non esiste nella sfera pubblica. Però esiste. E si indigna». L’indagine per prostituzione di minori – nota il quotidiano - ha messo allo scoperto «lo stereotipo femminile del Belpaese: donne snelle, con curve ben posizionate, borse di Louis Vuitton grandi come valige, occhiali da sole che coprono mezzo viso». Ma negli ultimi tempi, ha cominciato ad agitarsi il movimento della gente che dice «Basta!». Un vivaio di collettivi e associazioni femminili ha iniziato un «riscatto quotidiano».
«L’immagine di una donna sottomessa all’uomo di potere, ostaggio dell’apparenza, di valori effimeri e superficiali, affoga la donna reale», prosegue El Pais. Ma la «mortificazione della dignità femminile, retaggio più sanguinante del berlusconismo, sta diventando il motore di una nuova partecipazione collettiva». Una folla trasversale di donne, e anche di uomini, si impegna per fornire un’alternativa. Si formano gruppi, si lanciano campagne, si fanno petizioni in rete. E, conclude l’articolo, sulle labbra di molti italiani e italiane si ripete «un mantra, un amuleto verbale: "Io non sono così"».
El Pais dà anche spazio alle ultime notizie dello scandalo («La polizia accompagnava a casa le veline dopo le feste da Berlusconi») - e alle ultime reazioni della Chiesa cattolica con le dichiarazioni del presidente della Cei, Angelo Bagnasco: («Presidente dei vescovi italiani critica Berlusconi»).
Pioggia di commenti su El Mundo alla cronaca sulla telefonata del premier a La 7. In una corrispondenza di Irene Velasco, il quotidiano ha annunciato una «Nuova e crescente rivoluzione contro il Cavaliere» descrivendo «l'ltalia che si ribella contro Silvio Berlusconi» . La cronista comincia col dire che, per quanto possa sembrare impossibile, Berlusconi continua a essere il politico preferito dagli italiani. «Tuttavia, qualcosa sta cambiando… buona parte della società civile ha cominciato a dire basta e a mobilitarsi attivamente contro Berlusconi». E via internet corre il tam-tam di una grande manifestazione di protesta contro «il calpestamento e l’umiliazione costante dell’immagine della donna da parte del capo dell’esecutivo».
Il quotidiano francese Les Echos dà rilievo all’affondo della presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, che a proposito degli scandali sessuali in cui è implicato Berlusconi ha detto: «Esiste un'altra Italia che va a letto presto e si alza presto per andare a lavorare». Sulle critiche della Marcegaglia titola ancora, pubblicando l’Afp: «Rubygate: Berlusconi criticato dall’influente ‘padrona dei padroni».
Il Nouvel Observateur punta invece sul discorso di Bagnasco:«Rubygate: la Chiesa italiana reclama sobrietà, disciplina e onore». «Nuove critiche della Chiesa cattolica a Berlusconi».
«Chi altri se non Silvio Berlusconi?», si domanda il Guardian in un commento. «Il premier italiano è nello scandalo fino al collo, ma non lo si direbbe dai sondaggi. Il problema è chi lo sostituirebbe». Berlusconi è «alle corde», ma più aumenta la pressione perché si dimetta, più gli italiani «sono costretti a considerare le alternative. E non sono belle».
Il Times di Londra tira in ballo il «bunga bunga, stile british» per commentare il caso di Lord Strathclyde, accusato di una relazione con una ragazza madre. «Gli italiani fanno molte cose meglio degli inglesi», ironizza il quotidiano, citando la moda, il cibo, il calcio e gli scandali sessuali dei politici. Per il resto, la stampa anglosassone registra con attenzione le parole del cardinal Bagnasco. Il Times parla di «aspro attacco a Berlusconi». Il Telegraph titola: «La Chiesa cattolica avverte dell’incombente disastro antropologico in Italia». La «scandalosa vita privata di Berlusconi minaccia di trasformare l’Italia in un vuoto morale».
La Bbc puntualizza che il cardinal Bagnasco «non ha nominato Berlusconi, ma era chiaro chi criticava». In un’intervista alla Bbc, Emma Bonino afferma che la sopravvivenza di Berlusconi dipende dalla «cultura cattolica del perdono» e rivendica per l’Italia il diritto ad avere un primo ministro rispettato.
In una breve notizia firmata da Rachel Donadio, il New York Times riferisce del «disagio morale» verso le loro figure pubbliche espresso dal capo della Cei. Su molti altri siti Usa circola un’Ap: «Vescovo italiano richiama Berlusconi per lo scandalo, dice che i leader devono controllarsi».
BERLUSCONI CONTRO LERNER, ESPOSTO OPPOSIZIONI AD AGCOM
Un esposto all'Agcom per chiedere di intervenire dopo "l'incursione" telefonica di Silvio Berlusconi di ieri a 'L'infedele' è stato intanto presentato oggi dal senatore del Pd e membro della Vigilanza, Vincenzo Vita, e da Beppe Giulietti, deputato del Misto e portavoce di Articolo 21. Nell'esposto, spiega Vita, «chiediamo al presidente Calabrò di intervenire urgentemente perché quanto accaduto ieri, con l'incursione del premier senza alcun contraddittorio, è contrario a qualsiasi norma in vigore».