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Questo articolo è stato pubblicato il 30 gennaio 2011 alle ore 15:59.
«Puntare verso le elezioni è l'unico modo per uscire dallo stallo e dal conflitto istituzionale. Bisogna andare alle elezioni sulla base di una proposta politica che unisca le forze dell'opposizione ancorché forze diverse ma che possano ritrovarsi in programma comune di riforme fondamentali di cui il paese ha bisogno. Dopo avremo bipolarismo civile e ognuno andrà per la sua strada». Lo afferma Massimo D'Alema, presidente del Copasir, intervistato nella trasmissione «In 1/2 ora», riprendendo quanto già detto in un'intervista rilasciata oggi a Repubblica, in cui aveva affermato: «Lancio un appello alle forze politiche di questo potenziale schieramento: uniamoci, tutti insieme, per superare il berlusconismo». D'accordo anche Pier Luigi Bersani. Il segretario democratico, intervistato dal Tg1, ha ribadito che o il premier «si dimette» o «bisogna andare alle elezioni», perché «la situazione è arrivata al limite». In quel caso, ha rimarcato Bersani, «serve un patto tra tutte le forze d'opposizione».
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Per Bondi D'Alema vuole sospendere le regole della democrazia
Dal Pdl è arrivata la reazione di Sandro Bondi, ministro per i Beni culturali e coordinatore nazionale del partito, per il quale D'Alema vuole sospendere le regole della democrazia: «D'Alema propone oggi - scrive in una nota - un fronte comune emergenziale che, sia dal punto di vista politico sia sociale, sospenda di fatto gli effetti delle regole democratiche del suffragio elettorale e della consultazione referendaria fra i lavoratori. L'intervista di D'Alema conferma che il nostro impegno per la democrazia è fondamentale per il futuro dell'Italia e deve essere proseguito con il massimo vigore e convinzione». Molto critico anche Fabrizio Cicchitto, per il quale «in un Paese normale, per parafrasare il D'Alema di oggi e il titolo di un suo libro di ieri, non ci sarebbe un settore della magistratura cosi sistematicamente di parte come accade in Italia, nè un presidente del Copasir cosi fazioso e arrogante come lui». Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, parla di «minestrone immangiabile» e ricorda che «gli italiani non hanno dimenticato il governo Prodi quando c'era un'alleanza che finiva con la sinistra radicale: non andarono d'accordo su nulla e pur essendo un periodo di vacche grasse gli italiani hanno avuto uno dei peggiori governi della storia» Uno schema - aggiunge La Russa - che «ora si vuole riproporre con Fini, Casini e Rutelli che già tra di loro non c'azzeccano nulla, poi con Di Pietro ancora meno».