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Questo articolo è stato pubblicato il 31 gennaio 2011 alle ore 18:39.
Si complica il futuro del federalismo nella bicameralina che giovedì dovrebbe approvare il quarto decreto attuativo sul fisco municipale. L'Idv ha infatti annunciato che voterà no alla proposta del governo. «Maroni - ha spiegato l'ex pm Antonio Di Pietro - ha trasformato il voto sul federalismo in una pregiudiziale politica: votare a favore salvando il governo o andare a elezioni. E siccome Italia dei Valori non soffre della sindrome di Stoccolma e non intende salvare Berlusconi voterà no a quella proposta. Pronta a discutere e a collaborare ancora anche con la Lega per realizzare un vero federalismo, ma con un nuovo governo».
È stallo nella bicameralina
L'Idv chiude dunque alla porta alla riforma cara al Carroccio. Un no netto che è stato determinato dall'accelerazione impressa al percorso dal ministro Maroni. Che oggi, in una intervista al Corriere della Sera, aveva lanciato l'ennesimo aut aut: o il federalismo passa giovedì in commissione oppure si va al voto. Un ultimatum che non è piaciuto ai dipietristi, ago della bilancia nella bicamerale sul federalismo fiscale. Dove l'astensione o il sì del senatore Idv, Felice Belisario, avrebbe potuto ribaltare il pronostico a favore della maggioranza spingendola su di un voto: nella bicameralina, infatti, la situazione è al momento di perfetta parità (15 a 15).
Il Pdl: avanti anche con il pareggio
Giovedì, quindi, a meno di rivoluzioni dell'ultima ora sarà stallo in commissione. Anche se il Pdl sembra deciso comunque ad andare avanti. «C'è un percorso che comunque consente al federalismo di andare avanti in Parlamento al di là del possibile risultato di parità», taglia corto Fabrizio Cicchitto. Il percorso, aggiunge il capogruppo del Pdl alla Camera, «gli consentirà di arrivare in aula con un emendamento che recepisca le richieste dell'Anci. Se c'è una maggioranza che tiene, alla fine si farà valere in aula». Insomma, Berlusconi vuole mantenere saldo l'asse con Umberto Bossi. Che, intanto, ha riunito lo stato maggiore del Carroccio nel quartiere generale di via Bellerio. Qui, con il ministro della Semplificazione, Roberto Calderoli e con il presidente della commissione Bilancio alla Camera, Giancarlo Giorgetti, il Senatur vuole mettere a punto le prossime mosse. E salvare il federalismo dal possibile naufragio parlamentare. E non è un caso che il ministro Calderoli continui a spendersi per ottenere il via libera al decreto. «Confrontiamoci tutti, maggioranza e opposizioni, sul merito di una riforma che potrà essere epocale, lasciamo perdere improvvidi diktat e collocazioni di schieramento politico, non legandola alla durata della legislatura». Una correzione di rotta chiara rispetto all'aut aut di Maroni. (Ce. Do.)