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Questo articolo è stato pubblicato il 31 gennaio 2011 alle ore 13:33.
Sabrina Misseri resta in carcere per l'omicidio di Sarah Scazzi. Il tribunale di Taranto ha infatti rigettato il ricorso presentato dai difensori contro l'ordinanza con la quale il 22 dicembre scorso il gip Martino Rosati aveva respinto l'istanza di scarcerazione presentata in favore della 22enne di Avetrana (Taranto). Secondo gli stessi giudici, l'omicidio di Sarah potrebbe essere stato anche premeditato. L'ipotesi di una pianificazione del delitto, secondo i giudici, non è ovviamente una certezza ma la tesi ne uscirebbe rafforzata dalla documentazione esaminata.
La ricostruzione della vicenda
Sarah Scazzi, quindicenne di Avetrana, scompare il 26 agosto scorso. A dare per prima l'allarma la cugina Sabrina Misseri . Dopo 42 giorni il cadavere di Sarah viene trovato in pozzo pieno d'acqua in un podere di Micheli Misseri, a due chilometri dal paese. Il ritrovamento del corpo avviene grazie alla confessione dello zio, padre di Sabrina, dopo molte ore di interrogatorio: «L'ho strangolata con una cordicella mentre era di spalle e ho abusato di lei dopo che era già morta». Il 15 ottobre dopo oltre sei ore di interrogatorio nella caserma dei carabinieri di Manduria anche Sabrina viene sottoposta a fermo perchè gravemente indiziata di sequestro di persona e omicidio volontario in concorso. La ragazza viene prima accusata dal padre e poi scagionata in una lettera scritta dal carcere nel quale afferma che la figlia è innocente.