Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 01 febbraio 2011 alle ore 14:57.
"Bo pen nhang", non preoccuparti, prenditela calma: è la frase più ricorrente nel lessico lao. Forse è grazie a questa filosofia che i sei milioni di abitanti di questo piccolo paese sono riusciti a sopravvivere ai bombardamenti americani durante la cosiddetta "guerra segreta" condotta parallelamente a quella in Vietnam. Tra il 1964 e il 1973, per bloccare le linee di rifornimento dal nord al sud del Vietnam lungo il Sentiero di Ho Chi Minh attraverso il Laos, vi sono state sganciate più bombe pro capite che in ogni altro conflitto.
Se la sono presa calma anche l'11 gennaio scorso, quando è stato ufficialmente aperto il Lao Securities Exchange (Lsx), la prima borsa a operare in Laos. Il volume di scambi è stato di circa 2 miliardi e 14 milioni di kip (la valuta locale), pari a circa 194.801 euro. Sono state trattate le azioni di due sole compagnie statali: la Banque Pour Le Commerce Exterieur Lao e la Électricité du Laos Generation Company (su cui puntano gli investitori locali).
L'obiettivo è molto più ambizioso: 8 miliardi di dollari di vendite in azioni e obbligazioni per finanziare gli investimenti nel paese. «Spero che gli investitori sosterranno gli sforzi della nostra borsa» ha dichiarato Dethphouvang Moularat, direttore della LSX dopo la semplice cerimonia d'apertura. Speranza condivisa da Lorraine Tan, direttore della "equities research" della Standard & Poor di Singapore: «La Borsa consentirà una fonte alternativa di capitali e una partecipazione allargata alla crescita. Un mercato del capitale sarà certamente d'aiuto allo sviluppo».
Per gli analisti dell'area, in realtà, l'apertura della borsa ha soprattutto una valenza simbolica, può trasformare il Laos da nazione "land-locked" a "land-linked", da paese chiuso a paese connesso, incoraggia i dirigenti del partito comunista Lao a seguire la via del capitalismo cinese. Lo dimostra la costituzione stessa della LSX, joint venture tra la banca centrale del governo Lao (51% del capitale) e la sudcoreana Korea Securities Exchange (che ha investito nell'operazione 9.8 milioni di dollari, soprattutto in tecnologie, formazione del personale nonché nella costruzione dell'LSX building). Il palazzotto dalla facciata a vetri in Khamphaengmeuang boulevard, che dovrebbe costituire il financial district di Vientiane, è discosto dal centro storico e dalla riva del Mekong, quasi a voler segnare un distacco dall'immagine rilassata della capitale della Lao PDR, la People's Democratic Republic, che molti traducevano con Please Don't Rush, si prega di non correre. Il governo, invece, sembra intenzionato ad affrettarsi: nei prossimi cinque anni vuole rastrellare fondi per circa 15 miliardi di dollari, di cui il 50-60% dovrebbe provenire da investimenti privati, in modo da portare la crescita del prodotto interno lordo all'8%. Entro il 2020, ha annunciato il primo ministro Bouasone Bouphavanh, il Laos dovrebbe essere in grado di emergere dalla lista Onu delle nazioni meno sviluppate (il reddito medio annuo è di circa 640 euro) per entrare in quella della World Trade Organization.