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Perquisizione al Giornale per le indiscrezioni sul procuratore Boccassini. Indagato un consigliere del Csm

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Questo articolo è stato pubblicato il 01 febbraio 2011 alle ore 13:40.

È indagato dalla procura di Roma, per abuso d'ufficio, il consigliere laico del Csm, Matteo Brigandì, in relazione all'inchiesta per la quale è stata eseguita oggi una perquisizione nell'abitazione della cronista de Il Giornale, Anna Maria Greco. In base a quanto si apprende a piazzale Clodio l'inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Pierfilipo Laviani, è partita da una segnalazione ufficiale fatta dal Consiglio superiore della magistratura. Brigandì, secondo l'accusa, avrebbe passato documenti interni al Csm alla giornalista che ha poi redatto un articolo sul procuratore aggiunto di Milano, Ilda Boccassini. I carabinieri hanno apposto i sigilli all'ufficio di Brigandì al Csm.

Il consigliere Matteo Brigandì ha già smentito di aver dato a Il Giornale gli atti del procedimento disciplinare sul pm di Milano. «Ovviamente non sono stato io - aveva detto la scorsa settimana dopo notizie di stampa che lo accusavano di aver chiesto lui il fascicolo al Csm - e se qualcuno sostiene questa cosa ne risponderà nelle sedi legali possibili». «Ho chiesto al Csm una serie di documenti, compreso quel fascicolo, che ho letto per un quarto d'ora e poi ho restituito», aveva precisato Brigandì, che aveva anche annunciato di aver scritto una lettera al vice presidente Michele Vietti per chiedergli di «far luce» sulla vicenda.

Incomprensibile e invasiva, per la Federazione nazionale della stampa, la perquisizione al Giornale dopo l'articolo sulla pm Boccassini. Lo dice Franco Siddi, segretario generale della Fnsi. «Oggettivamente, non se ne può più. Nello scontro politica-magistratura non possono essere chiamati a pagare i giornalisti se danno notizie, ancorché su di esse e sulla loro valenza in termini di interesse pubblico, ciascuno possa avere opinioni diverse. La perquisizione di oggi a carico della collega Anna Maria Greco appare, allo stato, assolutamente incomprensibile, oltreché, nei fatti, pesantemente invasiva. Le notizie riservate non escono mai con le proprie gambe. Occorre misura e rispetto, da parte di tutti».

«Pervicace e violenta aggressione». Così il Comitato di Redazione del quotidiano di proprietà della famiglia Berlusconi, diretto da Alessandro Sallusti, ha definito la perquisizione dell'abitazione della giornalista Anna Maria Greco nell'ambito di un'inchiesta condotta con l'ipotesi di abuso d'ufficio per un articolo sul magistrato milanese Ilda Boccassini. Secondo il Cdr, infatti, si tratta di «un'intimidazione sia verso le libertà individuali indisponibili della nostra collega sia verso la libertà di stampa, anch'essa diritto costituzionalmente garantito. Si tratta di un attacco all'indipendenza di questo quotidiano che il Cdr non intende più tollerare».

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Le reazioni
«Le perquisizioni nella sede dei giornali non ci piacciono mai e dunque non ci piacciono neppure quelle nella sede del Giornale. Allo stesso modo tuttavia non ci piace né il metodo Boffo né quello Bocassini e tanto un meno un conflitto di interessi che diventa manganello da sbattere sulla testa di chi non piace al presidente del consiglio editore. Forse le perquisizioni, per essere efficaci, dovrebbero svolgersi in altri palazzi e non in redazione». Lo afferma in una nota il portavoce di Articolo21 Giuseppe Giulietti. «Ho già avuto modo di dire che sono contrario ad ogni speculazione sulla vita privata, sia che investa con centinaia di intercettazioni Berlusconi, sia che riguardi rivelazioni su episodi personali riguardanti la Boccassini»: lo afferma Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del Pdl. «Detto questo, però, il meccanismo investigativo che oggi colpisce così duramente il Giornale, in quanto tale, e la giornalista Anna Maria Greco è del tutto inaccettabile e gravissimo, poichè rappresenta un autentico attentato alla libertà di stampa che deriva chiaramente dalla logica aberrante dei due pesi e delle due misure. In passato, infatti, di fronte a plateali violazioni del segreto istruttorio non c'è stato (salvo rare eccezioni) alcun intervento della magistratura. Del tutto inusitato, al limite dell'incredibile, è il trattamento riservato ad un membro del Csm, che non credo abbia precedenti nella storia della Repubblica. Più in generale, è ancor più incredibile il ben diverso trattamento riservato da un lato al Giornale e dall'altro alle testate di opposta collocazione politica», conclude Cicchitto.

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