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Minetti contro Berlusconi nelle intercettazioni del Rubygate. Dalla procura altre 227 pagine alla Camera

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Questo articolo è stato pubblicato il 26 gennaio 2011 alle ore 14:27.

Spuntano anche due testimoni chiave e la contabilità di Ruby Rubacuori nell'inchiesta della procura di Milano su presunte feste a luci rosse ad Arcore e nella quale Silvio Berlusconi da oltre un mese è indagato per concussione e prostituzione minorile. Alcuni particolari emergono dai nuovi atti inviati oggi dai pm milanesi alla Camera, allegati all'invito a comparire notificato questa mattina al consigliere regionale Nicole Minetti, e con i quali si ribadisce la richiesta di perquisire gli uffici di Segrate del fiduciario del premier Giuseppe Spinelli, ritenuti però di pertinenza della presidenza del Consiglio. Minetti, convocata per martedì prossimo, ha dichiarato di avere intenzione di presentarsi.

La contabilità di Ruby
Tra le nuove carte, oltre agli appunti sequestrati a Ruby, su cui la giovane aveva riportato le consistenti ricompense in denaro che avrebbe ricevuto e che avrebbe dovuto ricevere da Berlusconi, e ad una serie di sms e intercettazioni, ci sono anche le dichiarazioni di due "supertestimoni" che davanti ai magistrati avrebbero confermato l'impianto accusatorio.
La procura di Milano, perquisendo l'abitazione di Karima «Ruby» El Mahroug, avrebbe
trovato un appunto nel quale la giovane marocchina scrive di dover ricevere «4 milioni e mezzo da B. entro due mesi». Negli atti trasmessi dai pm milanesi alla Giunta per le
Autorizzazioni della Camera si legge anche che la ragazza avrebbe ricevuto «70.000 euro da Di Noia - il suo avvocato, ndr - e 170.000 euro da Spinelli», il ragioniere di Berlusconi i cui
uffici la procura di Milano chiede di poter perquisire.

Sempre la procura di Milano scrive che a casa di Iris Berardi, una delle giovani ospiti delle feste di Arcore, sono stati sequestrati gioielli vari e una agenda dalla quale risulta che la ragazza avrebbe ricevuto nei mesi di gennaio, febbraio e aprile scorsi circa 40mila euro.
Iris Berardi avrebbe dichiarato agli inquirenti di aver ricevuto collane, bracciali e pendagli vari da Berlusconi «durante le sue ripetute partecipazioni a feste presso la villa del presidente del Consiglio». Nell'agenda della ragazza sarebbero segnati poi tutti gli appuntamenti con «Papi», e le relative somme ricevute.

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Nell'abitazione di Maria Esther Garcia Polanco, in via Olgettina 65, sono stati sequestrati invece due chili e 800 grammi di droga. Secondo gli inquirenti, gli stupefacenti sarebbero del convivente della giovane, Ramirez Della Rosa, che è stato trovato alla guida di una Mini-Cooper di proprietà di Nicole Minetti. Sempre secondo quanto si legge nella nuova documentazione, Ramirez Della Rosa avrebbe usato l'auto della Minetti mentre quest'ultima si trovava in vacanza alle Seychelles. Ma sarebbe stato proprio Ramirez, al quale in un altro
appartamento in via Portaluppi hanno trovato altri 10 chili di droga, a suggerire «a Nicole», di fare «una denuncia della macchina», presumibilmente di furto.

Inoltre nelle nuove 227 pagine inviate alla Camera dalla procura della Repubblica di Milano ci sono ulteriori intercettazioni nelle quali la consigliera regionale Nicole Minetti usa parole ingiuriose verso il premier. Minetti e Faggioli lanciano accuse al cavaliere: «A lui gli fa comodo mettere te e me in Parlamento perché dice "bene me le sono levate dai c......., lo stipendio lo paga lo Stato"». Oggi il consigliere regionale Nicole Minetti, indagata nell'inchiesta sul caso Ruby, ha ricevuto un invito a comparire. I pm l'hanno convocata per il prossimo 1° febbraio. «Nicole Minetti ha intenzione di presentarsi davanti ai pm di Milano», ha spiegato il suo legale, l'avvocato Daria Pesce. «L'intenzione c'è e probabilmente si presenterà - ha detto il legale - non abbiamo ancora letto le carte, ma la mia assistita ha intenzione di difendersi davanti ai magistrati». La procura ha inviato, quindi, nuova documentazione alla Camera che sta valutando la richiesta di prequisizioni degli uffici milanesi del premier, precisando che negli uffici del ragioniere contabile Giuseppe Spinelli si troverebbero ulteriori documenti utili alle indagini sulle serate ad Arcore. La Giunta per le autorizzazioni a procedere di Montecitorio si è riaggiornata a domani mattina per dar modo ai deputati membri di visionare le carte. Gli uffici della giunta rimarranno aperti per i parlamentari fino alle 24. Ecco i fatti

Minetti arrabbiata con il premier: «È un pezzo di m.»
In una delle intercettazioni contenuta nelle nuove 227 pagine inviate alla Camera, secondo quanto riportato dall'Ansa, Nicole Minetti si sarebbe detta molto arrabbiata con il premier: «E un pezzo di m..», c'è scritto. «Se vuole vedermi mi chiama lui, ma se vado ci vado con gli avvocati» avrebbe ancora detto, intercettata, la consigliera regionale. In particolare il colloquio della Minetti avviene con Clotilde Strada: «non me ne fotte un c... se lui è il presidente del Consiglio o, cioè, è un vecchio e basta. A me non me ne frega niente, non mi faccio prendere per il culo. Si sta comportando da pezzo di m.. pur di salvare il suo culo flaccido». Altre intercettazioni segnalano lo sconforto di altre ragazze finite nell'affare Ruby: «mi ha rovinato la vita. È un vecchio..» si leggerebbe nelle carte. Tra le altre ci sono anche le lamentele di Barbara Fagioli che direbbe: « so che mi stanno ascoltando ma queste cose le dico lo stesso..».

Minetti e Faggioli: in Parlamento così lo stipendio lo paga lo stato
L'Ansa riferisce di uno dei colloqui intercettati l'8 gennaio scorso dalla Procura di Milano tra Nicole Minetti e Barbara Faggioli.«A lui gli fa comodo mettere te e me in Parlamento perchè dice «bene me le sono levate dai c......, lo stipendio lo paga lo stato». Nella stessa conversazione, secondo chi ha letto gli atti trasmessi dai pm di Milano alla Giunta per le autorizzazioni, la Minetti si lamenta anche della raccolta delle firme che sarebbe cominciata contro di lei per «scacciarla via» dalla Regione Lombardia.

Ci sarebbe un'altra teste chiave che parla della sala dei Bunga Bunga
Ci sarebbe poi un'altra teste chiave nell'inchiesta milanese sul caso Ruby. Secondo l'Ansa di stratta di Maria Makdoum, già citata negli atti dell'invito a comparire per il premier, la quale sentita dai pm nei giorni scorsi avrebbe confermato l'impianto accusatorio, parlando dei festini a luci rosse ad Arcore e della cosiddetta "sala del Bunga Bunga".

Nelle nuove pagine tracce bancarie e sms
Nelle pagine inviate dalla Procura di Milano alla Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera dei Deputati ci sono anche le tracce bancarie dei compensi destinati alle ragazze dell'Olgettina da Giuseppe Spinelli attraverso Nicole Minetti e numerosi sms. Secondo quanto riferisce chi ha letto le carte sarebbero stati sequestrati alla consigliera regionale Nicole Minetti anche fatture riguardanti canoni di via Olgettina per importi che in un anno arrivano a oltre 50mila euro. Nelle nuove carte ci sarebbero delle intercettazioni che riguarderebbero una convocazione del premier di tutte le ragazze che hanno subito le perquisizioni da parte degli inquirenti all'Olgettina, per fare il punto della situazione con i legali del presidente del Consiglio. La prima telefonata sarebbe partita da un numero riservato riconducibile a Berlusconi, le altre sarebbero dei passa parola tra le stesse ragazze.

Il caposcorta di Emilio Fede: noi accompagnavamo le ragazze
Il brigadiere capo in servizio presso l'ufficio scorte assegnato a Emilio Fede anche come autista, Luigi Sorrentino, racconta che erano gli stessi uomini della scorta a riaccompagnare a casa le ragazze che partecipavano alle feste di Arcore. Secondo l'Ansa il carabiniere racconta agli inquirenti che quando era in servizio presso Emilio Fede i turni serali erano più lunghi perchè poi avevano il compito di riaccompagnare a casa tutte le ragazze che prendevano parte alle feste del premier. In particolare, Sorrentino si ricorda la sera del 14 febbraio dell'anno scorso perchè prestò servizio «dalle otto di mattina alle quattro della mattina del giorno dopo» e si rammenta anche di aver riaccompagnato il direttore del Tg4, in
macchina, insieme a due ragazze, una delle quali marocchina.

Tra Berlusconi e Fini riesplode la guerra. Il premier vuole disarcionarlo ma i futuristi fanno scudo

Berlusconi: è tutto scandaloso
Intanto anche il premier Silvio Berlusconi è tornato a intervenire sulla vicenda nel corso del voto di sfiducia a Sandro Bondi. «Su questo non ho nulla da dichiarare, è tutto scandaloso», si è limitato a replicare il premier ai cronisti che gli chiedevano un commento sulle ultime carte inviate dai pm alla giunta per le autorizzazioni a procedere. E anche il leader della Lega, Umberto Bossi, ha liquidato i nuovi documenti. «Sono solo scartoffie», ha detto il Senatur che si è poi dichiarato d'accordo con il premier, convinto che la bufera passerà. «Tutto passa». Il ministro della Difesa e coordinatore del Pdl, Ignazio La Russa, preferisce non entrare nel merito dei nuovi documenti, ma si lascia andare a una battuta sul fatto che i pm abbiano deciso di trasmettere un nuovo faldone: «evidentemente - afferma - si sono convinti che le prime carte servivano a poco...».

Scontro in Transatlantico tra Fini e Paniz
Alla Camera è quindi giunto nuovo materiale dei Pm di Milano sulla vicenda che vede indagato il premier che ha scatenato un battibecco in Transatlantico tra il presidente della Camera, Gianfranco Fini e Maurizio Paniz (Pdl). Che aveva dichiarato che il presidente della Camera avrebbe dovuto informare il Parlamento prima di dare notizia dell'arrivo delle nuove carte della procura di Milano in giunta per le autorizzazioni, definendo «non corretto» il comportamento del presidente della Camera. «Guarda che hai preso una cantonata» dice Fini. E Paniz, che all'arrivo del presidente si è alzato in piedi insieme a Enrico Costa e a Niccolò Ghedini, gli replica conciliante: «Non volevo accusare nessuno e tantomeno te, intendevo solo difendere la dignità dei menbri della Giunta». Ma Fini non si convince: «da quello che ho letto sulle agenzie - ribatte - non mi sembra proprio, anzi appare tutt'altro. In quell'agenzia mi accusi di scorrettezza». Paniz rimanda a quello che ha dichiarato di fronte alle telecamere ma Fini taglia corto: «Prendo atto della tua spiegazione, ma i lanci mi dicono tutt'altro da quello che stai dicendo ora». Paniz aveva criticato il presidente della Camera per la mancanza di «riserbo» dimostrata, visto che i componenti della Giunta hanno dovuto apprendere la notizia «dalle agenzie di stampa».

Castagnetti: i tempi dell'esame in Giunta non si allungano, domani il voto
L'arrivo di nuovi atti alla camera sul caso Ruby dalla procura di Milano «non allunga i tempi dell'esame in Giunta per le autorizzazioni», ha detto il presidente Pier Luigi Castagnetti spiegando che «il voto dovrebbe esserci comunque domani».

Leone (Pdl): le nuove carte sono un colpo di scena a metà, ma ininfluenti
Le nuove carte, Per Antonio Leone (Pdl), relatore del caso Ruby, «sono un colpo di scena a metà, non credo ci sia nulla di influente». Dei nuovi atti dalla Procura di Milano Leone ha detto chi non sapere «nemmeno se siano rilevanti o meno. È chiaro che un'occhiata va data. Ma, ai fini della decisione della Giunta non serviranno, é un'integrazione di quello che già c'é». E ha precisato che la Giunta «non può certo contestare la legittimità di fare perquisizioni» da parte dei magistrati, «può solo decidere quando si tratta di un parlamentare per dare l'autorizzazione».

Il Csm archivia esposto pm minori Fiorillo
Intanto il plenum del Csm ha deciso di archiviare l'esposto del pm del tribunale dei minori di Milano, Anna Maria Fiorillo, in relazione alla vicenda Ruby. In questo modo è stata accolta l'indicazione della prima commissione di palazzo dei Marescialli che si era già espressa per l'archiviazione. Il pm Fiorillo aveva presentato un esposto al Csm nel quale lamentava le discrepanze tra la sua versione sull'affidamento di Ruby - la giovane marocchina al centro dell'inchiesta della procura di Milano sulle notti di Arcore - e quella fornita, al Parlamento, dal ministro dell'Interno, Roberto Maroni. Nel dare l'indicazione del «non luogo a provvedere», la prima commissione aveva rilevato che le versioni del Pm e quella del ministro erano tra loro differenti ma che non spettava «al Csm chiarire eventuali contrasti, nel caso il compito spetta alla competente autorità giudiziaria per verificare la corretta ricostruzione dei fatti». Archiviando la richiesta del pm Fiorillo, il Csm sembrerebbe seguire il richiamo del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a non eccedere con la formalizzazione di pratiche a tutela.

Ieri scontro sull'autorizzazione alle perquisizioni fra maggioranza e opposizione
Ieri alla Giunta per le autorizzazioni a procedere di Montecitorio era giunto il faldone con i 29 verbali dei contro-interrogatori condotti dalla difesa del premier con l'obiettivo di dimostrare l'intento persecutorio dei pm milanesi nei confronti del premier e l'inconsistenza delle accuse. E Antonio Leone (Pdl), ha presentato la relazione di maggioranza di 13 pagine Con la richiesta di negare l'autorizzazione alle perquisizioni negli uffici milanesi del tesoriere del premier, Giuseppe Spinelli. Ed è stato subito scontro con l'opposizione, che viaggia compatta verso il "sì" alla richiesta di perquisizioni degli uffici del premier.

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