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Questo articolo è stato pubblicato il 02 febbraio 2011 alle ore 08:00.
Filiale del Monte dei Paschi di Milano 2. Qualche metro più in là c'è la sede di Publitalia, di fronte il quartier generale di Mediaset. Tra il 2007 e il 2008 alla cassa della banca senese si presentano un paio di volte al mese, ma sempre di lunedì e venerdì, il ragionier Giuseppe Spinelli accompagnato alle volte da Giuseppino Scabini, manager di lungo corso di Mediaset, ripetutamente sotto inchiesta da parte dei pm milanesi, altre da Salvatore Sciascia, responsabile dei servizi fiscali del Biscione, condannato in via definitiva per le tangenti alla Guardia di Finanza, e dall'aprile del 2008 senatore della Repubblica nelle fila del Pdl. Spinelli annunciava la sua visita il giorno precedente con una telefonata. Un preavviso necessario a predisporre le somme ingenti da prelevare, che di solito oscillavano tra i 300mila e i 500mila euro. Una media di 800mila euro al mese, e dunque un prelievo annuo di quasi dieci milioni.
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Giuseppe Spinelli porgeva alla cassa gli cheque firmati di suo pugno da Berlusconi Silvio, intestatario del conto corrente «numero 1» della filiale Mps di Segrate. I due, con il blazer blu di ordinanza, scendevano nel caveau accompagnati da un funzionario della banca e infilavano le banconote da cento, duecento e cinquecento euro all'interno delle giacche e dei cappotti. Le valigette erano bandite. In quel periodo, sul conto corrente del presidente del Consiglio, c'era una somma che raramente scendeva sotto i dieci milioni e che alle volte raggiungeva gli ottanta. Spinelli e Scabini, foderati di banconote, attraversavano la strada e guadagnavano gli uffici Mediaset.
Questa è la ricostruzione del «Sole-24 Ore» sui movimenti del conto corrente «numero 1» di Silvio Berlusconi.
In quegli anni dal conto partivano anche numerosi bonifici con la causale «prestito infruttifero». Bonifici come quelli effettuati nel 2010 a favore della show girl Alessandra Sorcinelli, rintracciati da Ilda Boccassini, Pietro Forno e Antonio Sangermano, i pm che conducono l'inchiesta sul caso Ruby. I bonifici erano di importi variabili dai 10mila ai 50mila euro, ed erano quasi tutti a beneficio di giovani ragazze, molte delle quali straniere. Le date coincidono: sono proprio i giorni durante i quali esplode lo scandalo delle foto che ritraggono scene di vita quotidiana a Villa Certosa, la residenza estiva di Berlusconi.