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Questo articolo è stato pubblicato il 02 febbraio 2011 alle ore 21:23.
Potrebbe entrare nel milleproroghe la norma per prorogare il termine per l'impugnazione dei contratti temporanei, già scaduto il 23 gennaio. A non escluderlo il ministro del Welfare, Sacconi, che invece nei giorni scorsi aveva escluso in modo categorico la possibilità di una proroga. «Non lo so - ha detto Sacconi a margine di un convegno della
Fisascat - non me ne sono occupato. È tutto nelle mani del Parlamento».
L'Abc del decreto Milleproroghe dagli appalti al Wi-fi (di Marco Mobili e Claudio Tucci)
Slitta al 9 febbraio l'esame del milleproroghe in aula
Slitta l'avvio dell'esame del decreto legge milleproroghe da parte dell'assemblea di Palazzo Madama dall'8 febbraio al pomeriggio del giorno dopo, 9 febbraio. Il primo ad avanzare la richiesta di slittamento é stato il senatore del Pd Enzo Bianco, cui si é subito affancato il senatore Pdl Gabriele Boscetto che ha fatto propria l'istanza. Se la richiesta di slittamento venisse accolta con ogni probabilità sarà spostato anche il termine per la presentazione degli emendamenti in assemblea, ora fissato per le ore 12 di venerdì 4 febbraio. Oggi intanto le commissioni riunite sul decreto, in agenda per le 18, sono state sconvocate a causa del sovrapporsi dei lavori della commissione bicamerale sul federalismo, e riconvocate per la settimana prossima. La sola commissione Bilancio si riunirà domani mattina per proseguire il vaglio delle coperture sugli emendamenti presentati.
Abusivismo in Campania: riammessi gli emendamenti per riaprire la sanatoria
Al Senato sono stati presentati gli emendamenti al milleproroghe per far ripartire i termini della sanatoria, utili a fermare le demolizioni in Campania. Norme sollecitate da molti sindaci e da alcune autorità religiose che erano state giudicate inammissibili. Oggi gli emendamenti, il cui primo firmatario é Carlo Sarro (Pdl) con altri 16 senatori, sono stati accettati.
Proteste per la ventilata introduzione di una tassa di scopo sul biglietto del cinema
Iniziano le proteste per la ventilata introduzione di una tassa di scopo, attraverso il prelievo sul biglietto del cinema. «Attueremo una chiusura totale di tutte le sale d'Italia perchè è una lotta che facciamo contro un'ingiustizia. Non possiamo subire questa imposta che non è voluta nè dal pubblico nè dalle imprese». Lo ha annunciato Carlo Bernaschi, presidente dell'Associazione nazionale esercenti multiplex, nella conferenza stampa di oggi all'Agis di Roma che ha visto riunite tutte le associazioni nazionali esercenti, Anec, Anem, Acec e Fice (Federazione italiana d'essai). Con l'aumento di un euro nel prezzo del biglietto, il governo potrebbe reperire 120 milioni di euro sui 700 milioni di incasso totali. Il presidente dell'Associazione nazionale esercenti cinema, Paolo Protti, dicendo no al provvedimento, ha spiegato che graverebbe inevitabilmente sui prezzi del cinema in una misura sproporzionata che potrebbe variare dal 15 al 30%, con rischio di un forte calo di pubblico e conseguente chiusura di sale.