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Questo articolo è stato pubblicato il 04 febbraio 2011 alle ore 20:01.
Il decreto sul fisco comunale, approvato con qualche forzatura dal Consiglio dei ministri di ieri, innova, ma certo non rivoluziona, il sistema dei tributi municipali. Cosa cambia dunque per i contribuenti da un lato e per i Comuni dall'altro?
Le due novità
Nell'immediato (o quasi) le novità sono due. La prima è la (impropriamente detta) cedolare secca sugli affitti: il proprietario di un'abitazione (ma non di altre tipologie di immobili) dato in locazione può optare, in alternativa al regime ordinario dell'Irpef, per un'imposizione proporzionale con aliquota relativamente bassa, al 21% sul canone per i contratti a canone libero e al 19% per i contratti a canone convenzionato. Nell'immediato ci guadagnano i proprietari di immobili con redditi più elevati. L'effetto di medio/lungo periodo dovrebbe essere quello di rendere più conveniente l'immissione di immobili sul mercato delle locazioni e di incoraggiare l'emersione dei canoni irregolari (in questa direzione dovrebbe giocare anche l'inasprimento delle sanzioni per omessa e infedele dichiarazione dei redditi da locazione), trasferendo parte dei vantaggi sugli inquilini.
Il rischio cedolare secca per i comuni
Per i comuni la cedolare secca è un rischio. Su questa imposta, che è e rimarrà totalmente statale, i comuni avranno una compartecipazione al 21,7%, senza alcun margine di manovra e quindi senza autonomia. Hanno invece il rischio aggiuntivo che la cedolare si riveli un flop dal punto di vista del recupero degli affitti in nero (come paventato anche dal Servizio bilancio di Camera e Senato) con conseguente contrazione delle risorse comunali.
Sbloccata l'addizionale comunale Irpef
Il decreto sblocca poi, sia pure in modo parziale e graduale, l'addizionale comunale sull'Irpef da tempo congelata in attesa della riforma. È un ritorno alla normalità e una boccata di ossigeno per l'autonomia fiscale comunale, lo è di meno per i contribuenti. Stretti nella morsa dei tagli ai trasferimenti della manovra d'estate, molti Comuni certamente utilizzeranno questa leva fiscale. Chi pagherà saranno i contribuenti Irpef, ovvero essenzialmente i lavoratori dipendenti. Non si comprende allora perché il decreto non abbia previsto anche lo sblocco immediato sui margini di variazione dell'aliquota Ici, il che avrebbe scaricato parte dello sforzo fiscale anche sui proprietari di immobili diversi da seconde case.