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Questo articolo è stato pubblicato il 10 febbraio 2011 alle ore 07:26.
«Prove evidenti». La procura di Milano ha sciolto le riserve e ha trasmesso ieri all'ufficio del giudice per le indagini preliminari la richiesta di giudizio immediato per Silvio Berlusconi «ritenendo sussistere l'evidenza della prova». Due i reati contestati in connessione tra loro: concussione e prostituzione minorile. Una richiesta da 782 pagine: 166 in più rispetto a quelle oggetto del palleggio tra procura e parlamento e contenenti la richiesta (respinta) di perquisizione degli uffici del ragionier Giuseppe Spinelli, uomo di fiducia del premier e ufficiale pagatore di molte delle giovani frequentatrici delle notti di Arcore.
Il procuratore capo Edmondo Bruti Liberati ha anche precisato che esistono agli atti «alcune» (almeno cinque) telefonate tra il premier e non meglio identificati interlocutori. Tuttavia non verrà inviata alla giunta per le autorizzazioni a procedere alcuna richiesta per il loro utilizzo essendo «irrilevanti» ai fini dell'inchiesta. Sono, dunque, destinate alla distruzione.
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Ora la parola spetta al gip Cristina Di Censo che potrà seguire tre strade: ordinare alla procura la trasmissione degli atti al tribunale dei ministri, accogliere per decreto la richiesta dell'accusa e saltare l'udienza preliminare procedendo con l'assegnazione del fascicolo a una sezione penale del tribunale di Milano (tempi medi di assegnazione due mesi), oppure rigettarla (sempre per decreto) e rinviare gli atti all'ufficio del pm. Se il gip accoglierà le tesi della difesa, secondo la quale il premier telefonò al capo di gabinetto della questura di Milano nell'esercizio delle sue funzioni di presidente del consiglio e non, come sostengono i pm, in una situazione di «abuso di qualità di ruolo», allora i magistrati dovrebbero rinviare le carte al tribunale dei ministri. In questo caso il procedimento meno grave (la prostituzione minorile) potrebbe essere trasferito a Monza.
Un capitolo importante riguarda poi la cosiddetta «connessione». Nel procedimento 5657/11 a carico del solo Silvio Berlusconi (lo stralcio dall'inchiesta madre che coinvolge Lele Mora, Emilio Fede e Nicole Minetti), il premier è indagato per concussione e per prostituzione minorile. Tra i due reati la concussione è quello più grave (ecco perché a procedere è Milano), viene infatti punita con la reclusione fino a 12 anni, mentre nel caso dell'«utilizzatore finale» di minorenni la pena arriva a tre anni. La procura aveva già chiarito ieri, pur non dicendolo espressamente, che nel caso specifico «un reato sarebbe stato commesso per occultarne un altro». Ecco dunque la ragione della "connessione".