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Il cinema costerà un euro in più, ma non nelle sale parrocchiali (dove ci sono pure le proiezioni supine)

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Questo articolo è stato pubblicato il 11 febbraio 2011 alle ore 12:41.

Andare al cinema dal 1° luglio costerà di più. Con un colpo di coda si è affacciata nuovamente nel Milleproroghe la tassa sul cinema, tutta a carico degli spettatori. Tassa che era inizialmente prevista nel testo di entrata del decreto a Palazzo Chigi, ma che era stata poi archiviata dopo una valanga di proteste. L'emendamento prevede l'applicazione del pagamento di un «contributo speciale a carico dello spettatore pari a un euro» per l'accesso alle sale cinematografiche, con una sola esclusione: le comunità ecclesiali o religiose. Nelle commissioni Bilancio e Affari Costituzionali del Senato ci sarebbe una riflessione in corso.

Solo il cinema parrocchiale è escluso dal prelievo
Si continuerà, dunque, ad andare al cinema senza pagare la tassa solo in quelle che una volta si chiamavano sale parrocchiali, ma che oggi sono le "sale della comunità". Ce ne sono meno di mille in tutta Italia. Spesso aperte solo nel fine settimana, a volte con una programmazione allargata anche al teatro, alla danza, ai convegni. O agli eventi in diretta, dalle partite di calcio alla prima della Scala. I biglietti hanno prezzi popolari, la gestione è affidata spesso a volontari. I film proiettati nelle sale tengono conto dei giudizi sulle pellicole espressi dalla Commissione nazionale valutazione dei film della Cei (Conferenza episcopale italiana), le cui valutazioni sono vincolanti per le sale. Fra questi ci sono importanti realtà, come per esempio l'Mpx di Padova, acronimo americaneggiante che significa però Multisala Pio X o esperienze innovative come le "Proiezioni supine", notti no-stop con i film proiettati sul soffitto della sala e gli spettatori distesi, che hanno portato il Cineforum Frari di Venezia alla ribalta nazionale: il pubblico può distendersi sui materassini e portarsi da casa copertine e cuscini. Ovviamente ci sono anche salette di piccoli centri che ancor oggi rappresentano le uniche possibilità di andare al cinema.

La tassa si paga fino al 2013
La tassa, che sarà applicata a decorrere dal 1° luglio 2011 e fino al 31 dicembre 2013, dovrebbe essere utilizzata per finanziare le agevolazioni fiscali alla produzione cinematografica. Sarà un decreto interdirigenziale dei Beni culturali e dell'Economia a stabilire le modalità della riscossione.

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Nel 2011 frutterà 45 milioni di euro
Secondo i calcoli la misura dovrebbe fruttare 45 milioni nel 2011 e 90 milioni nel 2012 e 2013 che servirebbero a finanziare gli sgravi fiscali alla produzione cinematografica. L'eventuale maggior gettito sarebbe riassegnato allo stato di previsione dei Beni culturali per essere riassegnato al Fondo per la produzione, la distribuzione, l'esercizio e le industrie tecniche previsto dal decreto legislativo 28/2004 (Riforma della disciplina in materia di attività cinematografiche).

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