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Questo articolo è stato pubblicato il 14 febbraio 2011 alle ore 16:54.
È il ribaltone dello sci azzurro: dalla collezione di quarti posti nel circo bianco siamo diventati dei cannibali di medaglie vere. Perché adesso c'è Winnerhofer. Dopo l'oro in superG e il bronzo in discesa libera, è arrivato il metallo mancante nella super combinata di oggi, l'argento conquistato dietro Mazinga Svindal. Il norvegese di ferro si è confermato campione in questa gara, dopo il successo in Val d'Isère due anni fa. E sul podio di Garmisch-Partenkirchen c'è anche Peter Fill, terzo, che si è commosso nel dedicare la sua medaglia al padre in gravi condizioni di salute.
Così Christof Innerhofer eguaglia il mito di Zeno Colò, salito tre volte sul podio ai Mondiali di Aspen nel ‘50, con due ori e un argento. Nemmeno dei fenomeni come Gustavo Thoeni, Alberto Tomba e Deborah Compagnoni erano mai riusciti a centrare questa magica tripletta, fermandosi a due medaglie in una sola competizione iridata. Da segnalare anche l'ottimo sesto posto del 22enne Paolo Pangrazzi, al suo miglior risultato in carriera.
«È il mio momento, sono i miei Mondiali». Innerhofer si sente l'eroe di un sogno. Ma è tutto vero: tre gare, altrettante medaglie. Alle sue spalle l'amico e compagno di stanza in albergo, Peter Fill, che torna sul podio dopo l'argento in superG nel 2009. Erano terzo e quarto i due altoatesini, dopo la manche della discesa libera. La prova di slalom era il terreno più ostico; tutti aspettavano una dimostrazione di forza di Benny Raich, che però non è bastata. È solo quarto l'austriaco, piuttosto abbacchiato ma potrà rifarsi in gigante e slalom nei prossimi giorni. Fuori dei giochi Bode Miller, uscito alla seconda porta, e un altro dei favoriti, lo svizzero Silvan Zurbriggen che ha inforcato un paletto di uno slalom molto tecnico, tracciato dall'allenatore italiano Max Carca. Assenti invece il croato Ivica Kostelic che ha deciso di non rischiare in discesa, puntando tutto sulle ultime gare, oltre allo svizzero Carlo Janka. Innerhofer e Fill sono rimasti perfettamente concentrati, lasciando a Svindal una meritata vittoria e regalando alla squadra azzurra un doppio podio che chiude nel migliore dei modi la prima parte di questa rassegna iridata.
Adesso ci saranno le gare tecniche, gigante e slalom, dove sulla carta abbiamo moltissime possibilità di conquistare altre medaglie. Finora sono i Mondiali di Winnerhofer; lo sci azzurro ha trovato il suo leader, un punto di riferimento per una squadra che tante volte ha sprecato risultati di primo piano per un eccesso di prudenza. Ecco quindi un altro possibile ribaltone, da un gruppo un po' annacquato a uno pienamente consapevole dei propri mezzi. Alle Olimpiadi di Vancouver ci salvò Razzoli all'ultimo secondo, risollevando con la sua vittoria in slalom una spedizione altrimenti fallimentare (l'incubo dello zero nel medagliere). Ora pensiamo ad arricchire un bottino che ha già superato i pronostici più rosei della vigilia. Finalmente stiamo sbancando in un singolo evento, dimenticando tutte le paure che lo scorso anno ci avevano condannato nelle retrovie delle gare a cinque cerchi, Razzoli a parte. Eccezionale la trasformazione di Innerhofer, che prima di Vancouver era volato una settimana al mare per far sbollire la crisi in cui era piombato durante la stagione. A Garmisch è diventato un campione a tutti gli effetti, coraggioso e sicuro di sé.