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Questo articolo è stato pubblicato il 14 febbraio 2011 alle ore 10:46.
San Valentino non esiste, almeno in Iran. Il governo di Teheran ha messo fuori legge la festa degli innamorati. «Simboli di cuori, rose rosse e qualsiasi attività che promuove questo giorno è vietata. Le autorità intraprenderanno azioni legali contro coloro che ignorano questo divieto». Il messaggio comunicato nell'ultimo mese attraverso i media di Stato non lascia spazio al contradditorio. Scrivere un messaggio d'amore su un biglietto d'auguri è paragonato a un samizdat (volantini clandestini e sovversivi).
Bandire San Valentino è solo uno di quelli che, dall'altra parte del mondo, sembrano eclatanti divieti da regime. L'ultimo in questa direzione è stato comunicato il 6 febbraio quando è stato vietato ai media locali di citare cibi stranieri. In sostanza, un giornalista iraniano non può parlare o scrivere di pizza o pasta. Perché così facendo rischia di intaccare il nazionalismo iraniano.
Sempre in Iran sono vietati intrecci sessuali, musica rap, rock and roll. È bandita la musica occidentale. Le donne non possono suonare in una band o portare smalti per le unghie troppo appariscenti.
In una società dove circa il 70% della popolazione ha meno di 30 anni non sarà, però, così facile per il regime tenere a bada le esplosioni di romanticismo e le manifestazioni d'affetto. Proprio nel giorno in cui ovunque si celebra il giorno degli innamorati. Nel giorno in cui anche Google dedica un logo, con tanto di stile pop-art, alle dolci metà che si completano.