Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 15 febbraio 2011 alle ore 13:52.
Il governo ha posto la fiducia sull'articolo unico del maxiemendamento interamente sostitutivo del decreto milleproroghe (guarda l'Abc del testo). Lo ha comunicato il ministro per i rapporti con il parlamento, Elio Vito, all'aula del Senato al termine della discussione generale e dopo le repliche di relatori e governo. Il presidente del Senato, Renato Schifani, ha inviato il testo del provvedimento alla commissione bilancio e ha convocato la conferenza dei capigruppo che stabilirà i tempi per la discussione e il voto di fiducia. La decisione è arrivata per accelerare i tempi di conversione del decreto che scade il prossimo 27 febbraio ed è in prima lettura al Senato, dove sono stati presentati in aula oltre 1.100 emendamenti. Dopo l'approvazione, il decreto passerà all'esame della Camera.
Schifani: vigilerò su norme nuove, spero in relazione tecnica
Il presidente del Senato Schifani ha quindi assicurato la sua vigilanza sui contenuti del maxiemendamento. «È evidente che su argomenti totalmente estranei eserciteremo la nostra vigilanza». Schifani ha precisato che le nuove disposizioni sulle banche che sono contenute nel maxiemendamento sono state prima esaminate stamane in Commissione bilancio. Schifani, accogliendo una esigenza manifestata dall'opposizione, ha auspicato che sul maxiemendamento venga presentata la relazione tecnica.
Fisco in aiuto delle banche in vista di Basilea 3
Il fisco va in soccorso delle banche per evitare una penalizzazione rispetto agli altri paesi europei, in vista dei criteri più stringenti sulla patrimonializzazione previsti dalle regole di Basilea3 in vigore dal 2013. Il maxiemendamento al decreto legge milleproroghe stabilisce infatti che le imposte anticipate iscritte nei bilanci degli istituti, relative a svalutazioni di crediti, possano essere trasformate in crediti d'imposta ai fini del calcolo della patrimonializzazione, come prevedono le regole di Basilea3. In particolare, si stabilisce che le attività per imposte differite (Dta - Deferred tax asset) relative a svalutazioni di crediti e non ancora dedotte dall'imponibile, possano essere trasformate in crediti d'imposta, «qualora nel bilancio individuale della società venga rilevata una perdita d'esercizio». La stessa disciplina si applica ai valori di avviamento e alle altre attività immateriali iscritte a bilancio. Il valore della misura é stimato in 141 milioni di euro a decorrere dal 2011.