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Questo articolo è stato pubblicato il 18 febbraio 2011 alle ore 17:08.
Appartamenti e immobili di pregio concessi in affitto a prezzi low cost: il patrimonio del Pio Albergo Trivulzio (Pat), che nei primi anni Novanta diede il via a Tangentopoli, scuote Milano e scatena le polemiche. Si tratta di un patrimonio immobiliare frutto di lasciti e donazioni secolari a favore di bisognosi, assegnato in locazione a canoni di favore - si vedano lista degli inquilini e prezzi nell'elenco pubblicato sul nostro sito - a politici, magistrati e amici o parenti di persone influenti.
Barbara Ciabò: «In questa vicenda resta ancora molto da capire»
Il Pio Albergo Trivulzio di Milano, che è un ente pubblico senza scopi di lucro con una storia secolare di lasciti, donazioni e assistenza sociale, nella notte fra il 17 e il 18 febbraio ha consegnato la lista dei nomi al presidente del consiglio comunale di Palazzo Marino, Manfredi Palmeri. Oggi, durante la seduta della Commissione comunale Casa e Demanio, l'elenco completo degli affittuari del Trivulzio - ma secondo il presidente della Commissione Casa, Barbara Ciabò, mancherebbero all'appello 150 immobili - è stato distribuito ai consiglieri comunali, così come il principio di trasparenza, invocato tre giorni fa dal Garante alla privacy, raccomandava.
Il segreto è durato non più di un mese, da quando cioè sono partite le sollecitazioni e le richieste prima - da parte della stessa Ciabò, consigliere di Fli - e le minacce di esposto in procura poi - da parte di Carmela Rozza, consigliere del Pd. La vicenda ruota intorno al metodo di assegnazione, del tutto discrezionale, degli appartamenti, messi in affitto a canoni particolarmente agevolati, senza criteri oggettivi, senza graduatoria e senza pubblicazione ufficiale della scelta dell'inquilino. Il metodo è evidentemente saltato all'occhio di alcuni consiglieri comunali, che hanno sollevato un vero e proprio caso politico.
Alla fine il bubbone è esploso: lo stesso istituto, nel tentativo di proteggere la riservatezza dei proprio locatari, si è rivolto all'Autorithy per la privacy, il quale però ha dato una risposta inattesa, chiedendo maggiore trasparenza. Dopo due giorni di resistenza, e la minaccia della Rozza, il Pat ha dovuto cedere. Le liste sono pubbliche (solo quelli degli affittuari però, non quelli degli acquirenti). Tra i nomi figurano il presidente di Metroweb Guido Manca e il direttore generale del Milan Ariedo Braida. Ma non mancano alcune boutique di moda e profumi note del Quadrilatero milanese.